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“Aiutiamo gli esercenti a non spegnere le luci": Guarda incontra gli operatori di Lonigo

"Ho voluto stare al loro fianco, nella mia città", spiega la consigliera regionale

"Credo che il settore del commercio,  principalmente quello di vicinato, vada sostenuto: per questo ieri a Lonigo ho incontrato i commercianti e alcuni operatori di bar e ristoranti che hanno deciso di illuminare i propri esercizi per dare il segno di quanta fatica si tenga a tenere quelle luci spente e quanto quel buio rischi di inghiottire anche i centri storici delle nostre città". A dirlo Cristina Guarda, consigliera regionale del coordinamento Veneto2020 all'indomani del flash mob che ha coinvolto vari gruppi di commercianti in Veneto.

"Martedì sera ho voluto stare al loro fianco, nella mia città, Lonigo - continua Cristina Guarda - occorre organizzare una ripartenza intelligente, regolata da distanze, buon senso e dignità. E credo che l'assessorato alle Attività produttive potrebbe in questo senso dare una mano ai commercianti, ad esempio facilitando l'acquisto di mezzi e attrezzature per il delivery.

"La consegna a domicilio va incentivata - sottolinea - soprattutto nelle piccole realtà, perchè al contempo ci sia una tutela dell'esercente dalle grandi corporation, spesso con sede in Olanda quando non in paradisi fiscali, che impongono al ristoratore una tagliola occulta di commissioni sullo scontrino lordo che va dal 25 al 35%. Inoltre mi chiedo sempre quali siano le tutele per i molti ragazzi con i box in spalla che vediamo sfrecciare in bici o in scooter per le nostre strade, assillati dal piatto che rischia di freddarsi. Con i ristoratori abbiamo parlato dei 600 euro, che molti non hanno ancora ricevuto, del rischio sovra-indebitamento a causa delle iniziative nazionali e regionali, del peso di tasse e affitti da continuare a pagare".

“C'è molto lavoro da fare da parte della classe dirigente veneta per tutelare questo settore. Una recente ricerca della Federazione italiana dei pubblici esercenti - continua Cristina Guarda - dice che la qualità dell'accoglienza e in particolare del cibo attraggono i turisti quanto tanto la bellezza della nostra arte e dei nostri paesaggi. Perdere negozi, vetrine, ristoranti e tavolini nelle piazze significherebbe perdere una parte della nostra cultura ancora prima della nostra economia".

"Ho raccontato agli esercenti le battaglie che anche in Regione sto facendo per sollevare dalle loro spalle alcuni costi e contestare i soli fondi per incentivare l'indebitamento - conclude - Ho cominciato a condividere con loro un progetto per combattere lo strapotere delle multinazionali, sostenendo i negozi di vicinato a combattere almeno ad armi più pari".

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