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Asili nido, niente "Prima i veneti", Zaia: "Spiace, non era razzismo"

La Corte Costituzionale ha bocciato, per incostituzionalità, il requisito della residenza protratta per 15 anni, inserito come titolo di precedenza per l’accesso nella legge regionale del 2017 sugli asili nido

“Prendiamo atto con rispetto della sentenza della Consulta, però nella nostra legge non vedo nulla di oltraggioso, ma contenuti di buon senso. Mi dispiace che, troppo spesso, quando si fa qualcosa per la gente che risiede nei territori scatti, quasi in automatico, un’ingiusta accusa di razzismo, perché così non è”.

Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando la sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha bocciato, per incostituzionalità, il requisito della residenza protratta per 15 anni, inserito come titolo di precedenza per l’accesso nella legge regionale del 2017 sugli asili nido.

A sostegno della sua tesi, il Governatore porta un esempio: “mettiamo - dice - che ci si trovi in una situazione di posti in esaurimento in un asilo, una sorta di overbooking. A parità di reddito Isee, e quindi di fronte a una uguale situazione di difficoltà – si chiede – cosa è più equo fare? Scegliere un residente da anni o uno appena arrivato?”.

“Secondo la Consulta – aggiunge il Presidente della Regione – la nostra legge contrasterebbe con il principio di uguaglianza. Ma allora pongo una questione: la residenza è un elemento concreto, e a nostro parere equo, per poter fare una scelta giusta, anche per tutti gli immigrati regolari, esclusivamente se non c’è posto per tutti. Ci troviamo in una regione dove, oltre ai veneti, sono ospitati e perfettamente integrati oltre 500 mila immigrati e oramai abbiamo a che fare con i figli dei figli di coloro che sono arrivati negli anni. Cittadini a tutti gli effetti, nuovi veneti, che si sono sforzati di integrarsi sul territorio, hanno investito risorse umane ed economiche, pagano le tasse. I diritti di queste migliaia e migliaia di persone, al pari di tutti i veneti, non sono un problema? Non devono essere una priorità?”.

“Ne prendo atto – conclude il Governatore – ma siamo di fronte a una ghettizzazione al contrario, dove l’ultimo arrivato può superare la fila senza colpo ferire. Ipotesi che non esito a definire come profondamente ingiusta”.

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