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Alluvione: mancano 2 miliardi e mezzo per evitare altri disastri

La denuncia, a pochi giorni dal terzo anniversario della catastrofe del 2010 che colpì Vicenza e Padova, arriva dal presidente della regione, Luca Zaia: "Ci lascino i 18 miliardi delle nostre tasse"

Conti alla mano, il presidente del Veneto Luca Zaia sciorina le risorse impiegate dalla Regione per la difesa idrogeologica, dopo l'alluvione del 2010. 925 opere realizzate, in 233 comuni, con una spesa di 392 milioni, oltre 180 dei quali nei Comuni, e più di 131 e mezzo per bacini di laminazione e casse d'espansione che cubano oltre 33 milioni di metri cubi su 810 ettari di superficie.

Ma c'è un però: il totale delle somme necessarie previste dal piano D'Alpaos per mettere in sicurezza il Veneto, ammonta a 2 milardi 731 milioni e 971 mila euro, 184 milioni e 800 mila dei quali da finanziare per bacini di laminazione delle piene in progettazione, per complessivi 27 milioni e 600 mila metri cubi su 537,70 ettari di superficie di bacino.

1 novembre 2010: la grande alluvione



Zaia lancia l'allarme: ''se non arrivano i soldi, il rischio idrogeologico, per noi, resta. A Roma chiediamo le risorse promesse nel 2010, tanto più di fronte a una legge di stabilità che è assolutamente una farsa. Ci lascino i diciotto miliardi di tasse che paghiamo a Roma, ci restituiscano i nostri soldi, perché ritengo che abbiamo diritto ad avere le risorse per mettere in sicurezza i cittadini. E poi, dopo aver parlato tanto di dissesto in occasione dell'anniversario del Vajont, si faccia un piano nazionale, in un contesto in cui noi abbiamo fatto il nostro".

"In questi anni - ha proseguito - abbiamo fatto salti mortali, vedendo le procedure previste dalla legge italiana, e ci accreditiamo il fatto di aver realizzato opere e averne messe in cantiere altre in un Veneto in cui non si facevano più grandi opere idrauliche da 80 anni, facendo anche lavorare 365 imprese nei 925 cantieri ed avendo quindi un ritorno anche in termini di lavoro. Ma la mia preoccupazione vera è quella di poter continuare con questo progetto. Se ci fosse una nuova alluvione, il Veneto risponderebbe sicuramente in maniera più tonica, rispetto al 2010, ma sinceramente non so cosa accadrebbe se arrivasse tutta quell'acqua su fiumi letteralmente dimenticati come il Piave, sul quale è pronto un piano, presentato dall'assessore Conte, che però necessita di fondi''.

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