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Famiglia

Assegno unico figli 2023: come fare domanda e i nuovi importi

Ha sostituito i vecchi assegni familiari, tutte le novità

Dal 1° luglio 2023 sarà possibile presentare la domanda per accedere all’assegno unico 2023, la misura che ha sostituito i vecchi assegni familiari e ha allargato notevolmente la platea dei riceventi, entrata in vigore lo scorso marzo 2022.

Erogato mensilmente dall’azienda in cui si lavora o direttamente dall’Inps, possono ricevere l’assegno unico i lavoratori dipendenti ma anche altre categorie, con figli a carico fino a 21 anni di età, quali:

  • pensionati
  • lavoratori domestici anche se con contratto di somministrazione;
  • lavoratori iscritti alla gestione separata dell’Inps;
  • lavoratori di ditte cessate, fallire o inadempienti;
  • lavoratori agricoli a pagamento diretto Anf;
  • percettori di Naspi, Cigo, Cigs;
  • beneficiari di prestazioni antitubercolari;
  •  lavoratori in aspettativa sindacale;
  • marittimi sbarcati per infortunio o malattia;
  • lavoratori socialmente utili.

Come ottenere l’assegno unico

L’assegno unico è previsto per i nuclei familiari in cui è presente almeno un figlio a carico con età inferiore a 21 anni. L’importo è stabilito in base al reddito della famiglia.

Quest’anno scattano i nuovi importi dal 1° luglio, data utile per presentare le nuove domande per l’assegno unico 2023. Gli aumenti sono calcolati su base Istat e sono suddivisi per scaglioni in base al reddito percepito.  

La domanda ha validità un anno, dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo. Chi lo riceve già, non dovrà presentare una nuova domanda. Tuttavia si richiede di aggiornare i dati in caso di modifiche della situazione familiare ed economica nel corso dell’anno.

Per presentare la domanda, bisogna accedere al portale Inps, accedendo attraverso Identità Digitale, e compilare i dati richiesti.

Novità 2023

  • Agosto 2023 sarà un mese di rivalutazione per l’assegno unico e universale per ogni figlio a carico.
  • Gli importi mensili sono destinati a salire 
  • I pagamenti dovrebbero arrivare come di consueto dal 20 al 30 luglio.
  • Gli aumenti in questione saranno validi fino al 30 giugno 2024.
  • Viene stabilita la rivalutazione annuale dei “livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare”.
  • La variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, è stata calcolata pari a +8,1% tra l’anno 2022 e l’anno 2021.
  • Gli aumenti previsti sono proporzionali all’aumento dei componenti del nucleo familiare e inversamente proporzionali all’aumentare del reddito.
  • Saranno invece più contenuti gli aumenti nel caso di famiglie senza figli e senza parenti inabili.
  • In ogni caso, per visualizzare lo stato di pagamento dell’assegno unico (e per monitorare gli eventuali ritardi), ogni percettore può collegarsi al portale dell’Inps.
  • Nel dettaglio, viene stabilita la rivalutazione annuale dei “livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare”, in misura pari alla “variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), calcolata dall’Istat”.
  • In termini pratici, se ci sono nuclei familiari composti da maggiorenni diversi dai figli, gli aumenti partono dal reddito minimo di 31.569 euro.
  • Gli aumenti previsti sono proporzionali all’aumento dei componenti del nucleo familiare e inversamente proporzionali all’aumentare del reddito: la fascia più alta, quella tra i 66mila e i 70mila euro, vede infatti l’aumento solo se sono presenti sette membri.
  • Se sono presenti entrambi i coniugi, senza figli e con un parente inabile, le fasce di reddito si abbassano: il minimo è infatti poco oltre i 28mila euro.
  • Per i redditi più alti, nella fascia tra i 59 e i 66mila euro, gli aumenti scattano solo se presenti famiglie molto numerose, che contano sei/sette componenti.
  • Saranno invece più contenuti gli aumenti nel caso di famiglie senza figli e senza parenti inabili: in caso di nuclei con due coniugi gli aumenti scattano a partire dai 15mila euro e sono quasi sempre in doppia cifra, andando oltre i cento solo in caso di nuclei numerosi, oltre i cinque componenti, e di redditi bassi.
  • Stesso discorso in caso di famiglie monoparentali, che vedono gli aumenti scattare dai 17mila euro.
  • Se il coniuge è inabile, gli aumenti tornano a scattare a partire da una fascia più alta, poco oltre i 28mila euro.
  • Il meccanismo è sempre lo stesso e questo significa che i nuclei con redditi più alti, oltre i 59mila euro, vedranno gli aumenti solo se numerosi, cioè con sei o più componenti.
  • In ogni caso, per visualizzare lo stato di pagamento dell’assegno unico (e per monitorare gli eventuali ritardi), ogni percettore può collegarsi al portale dell’Inps, cercare “fascicolo previdenziale del cittadino”, cliccare sulla voce “prestazioni” e poi su “pagamenti”. Infine, si dovrà cliccare sull’anno di riferimento.
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