"Sogni d’Oltremare" al Cineforum Busnelli per la rassegna "W Days"
RASSEGNA W DAYS: "SOGNI D'OLTREMARE"
Drammaturgia di Franca Pretto Regia, scenografia, costumi: Franca Pretto Aiuto regia, disegno luci: Gianni Gastaldon. Compagnia Teatrale Kitchen Project. "Sogno di trovare l'amore, un giorno. Di trovare un uomo capace di amarmi. Un uomo che mi dia la possibilità di vivere meglio, di lasciare alle spalle questa realtà fatta di miseria e di brutture. C'è solo un mare da attraversare e poi, come per incanto, il mio sogno diventerà realtà…."
SOGNI D'OLTREMARE: uno spettacolo teatrale che parte da questi sogni, un viaggio attraverso illusioni e speranze, l'odissea di tante promesse spose giapponesi, che, agli inizi del '900, lasciarono tutto alle loro spalle per varcare l'oceano e raggiungere il futuro marito, quello sconosciuto che, con le sue lettere cariche di lusinghe e belle fotografie, le aveva fatte sognare e tremare promettendo loro amore e benessere. Ma al di là del mare i sogni di queste giovani donne saranno brutalmente traditi in un deserto di squallore, fatiche, violenze, stenti, dove la sopravvivenza è a rischio ed i sentimenti un lusso irraggiungibile. In scena quattro giovani attrici raccontano in forma corale la speranza tradita, l'ingenuità ingannata di queste promesse spose, di questo popolo femminile silenzioso scomparso nell'oblio della Storia. L'ambito narrativo, come nelle consuetudini del Kitchen, si allarga a considerazioni su migrazioni e miserie femminili più vicine e recenti. Il recitativo della narrazione, lento ed amaro, si stempera ritmicamente nelle orchestrazioni di movimento che lo commentano e lo visualizzano con intensità di gestica, in un contesto scenografico essenziale e suggestivo. La scenografia è essenziale ed elegante, con l'unico elemento di sette strette fasce bianche che scendono dall'alto e che vengono usate in modo differente nelle varie scene.
LA STORIA SI RIPETE: sembra una realtà che non fa parte della nostra vita, della nostra cultura, ma se ci si ferma ad ascoltare, a ricordare, a collegare, ecco che le giovani giapponesi le ritroviamo nelle nostre donne italiane, venete, spose per procura, che emigrarono agli inizi del '900 con la speranza di trovare una sistemazione lontano dalla miseria della nostra terra. E se guardiamo più vicino a noi, oggi, nel nostro tempo, nella nostra terra, possiamo incontrare tante giovani donne extracomunitarie, che vengono nella nostra Italia per "fare fortuna", migranti senza alcuna garanzia, magari con una famiglia da mantenere nella loro terra d'origine, spesso con un contratto capestro, che le sfrutterà per il resto della loro vita. La Storia si ripete.
VIOLENZA SULLE DONNE E SPERANZA NEL FUTURO: la prima motivazione a realizzare questo spettacolo è dovuta al fatto che da tempo lavoriamo sulla tematica della donna e in particolare sulle donne vittime di violenze e inganni, e quindi parlare del dramma di queste donne, delle loro speranze tradite, del loro forte desiderio di cambiamento, del loro coraggio e della loro ingenuità, della loro fiducia nella vita, degli orrori a cui vanno incontro, ci è sembrato necessario. Necessario non dimenticarle. Necessario che la storia di un singolo gruppo acquisti una dimensione universale, perché è la storia di tante altre donne di ieri e di oggi, donne di altre latitudini e altre culture, ma sempre donne che si chiedono "quale sarà il mio destino?" "quanta paura dovrò ancora sopportare?" "Quante disillusioni, quante violenze, inganni, quanti a quali orrori ancora sulla mia strada prima che io possa vivere libera, con la mia dignità?" E nonostante tutto questo, continuano a sperare. Sperare "che un giorno…che un posto…che un uo-mo…che un po' di bellezza….ci sia anche per me".