"Io Sono Caino, ma non vi parlerò di orrori": dalla Genesi ai genocidi a Schio
In occasione della manifestazione "La Magia del Natale 2016", sabato 10 dicembre alle 21 andrà in scena lo spettacolo di teatro in prosa "Io Sono Caino, ma non vi parlerò di orrori" con Armando Carrara e Mauro Forlani al Lanificio Conte di Schio con ingresso da via XX Settembre per l'organizzazione di "Dedalo Furioso". Testo e regia: Armando Carrara. Videomaker: Mauro Forlani. Il sottotitolo dello show è "Ma non vi parlerò di orrori", perchè si vogliono evitare di elencare le atrocità intrinseche ai genocidi, nonostante l'argomento sia drammatico. Nel 1973 i due attori affrontarono per la prima volta l’argomento dei campi di sterminio: la Shoà era trattata congiuntamente alla Seconda Guerra Mondiale in una rappresentazione intitolata “Il Prezzo della Libertà”. Lo spettacolo “Caino” analizzerà sempre queste problematiche in modo diverso da un punto di vista culturale. Per prima cosa non si parlerà solo di "Shoa Ebraica", ma dei genocidi in generale: il genocidio armeno, la shoa, il genocidio africano Hutu/Tutsi, il genocidio cambogiano, il genocidio bosniaco, cercando di evitare gli orrori. In Europa, la gente comune conosce la Shoa e le sue strazianti testimonianze, mentre conosce assai meno gli altri genocidi. Le radici di tutti i genocidi sono da ricercare soprattutto in motivazioni politico-economiche: Conquista o mantenimento del potere (Hutu/Tutsi); Annullamento delle opposizioni politiche (Cambogiani e Armeni); Possesso dei beni materiali degli uccisi (quasi tutti i genocidi hanno questa finalità); Odio Razziale (motivazione ultima, bandiera di tutti i genocidi, ma usata per nascondere tutte le altre vere motivazioni). Fondamentali per la spiegazione delle origini dei genocidi saranno in questo spettacolo le figure di Caino e Abele, che daranno voce ai fatti narrati, schierandosi di volta in volta con la vittina o con il carnefice. L’idea di coinvolgere questi personaggi biblici nasce da un passaggio di Primo Levi riguardante la torre che dominava il campo di sterminio. Questa torre era chiamata dagli internati Torre di Babele, perché la Torre del Carburo era stata costruita dagli internati nel campo di sterminio che parlavano una ventina di lingue differenti.
Oltre questa indagine lo spettacolo ricorderà anche il genocidio dei 18 milioni di nativi americani, il genocidio degli aborigeni australiani, quello degli indios dell’Amazzonia. Poesie e citazioni faranno da corollario alle indagini sui genocid,i cercando di “alleggerire” e a volte strappare un sorriso agli spettatori senza sovraccaricarli di atrocità. “Ninna nanna de la guerra” di Trilussa oppure poesie popolari, fra cui la “Genesi” che parla appunto della Creazione fino ad arrivare alla cacciata dal Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva, la nascita di Caino e l'uccisione di Abele. La conclusione dello spettacolo sarà a sorpresa. Partendo da dati scientifici di natura antropologica e archeologica si indagherà un genocidio singolare e sconosciuto: quello che intorno al 1400 D.C. coinvolse gli abitanti dell’Isola di Pasqua, un vero Paradiso Terrestre. Quando approdarono in questo territorio vergine nel 900 D.C. un Adamo e una Eva sopravvissuti a diciasette giorni di navigazione assieme a “Caino“ e “Abele“ con relative mogli le cose cambiarano drasticamente. Il cibo sull’ isola era abbondantissimo con una foresta meravigliosa, ma di generazione in generazione i discendenti distrussero ogni albero e ogni risorsa alimentare. Così i trentamila abitanti dell’isola, tutti discendenti da una unica famiglia, si diedero al cannibalismo per sopravvivere, riducendosi a poche centinaia. Avendo verificato nel corso dello spettacolo “Caino” come i genocidi abbiano spesso motivazioni legate alla disponibilità di cibo e di beni fondamentali, risulterà ancor più evidente che l’ unica via da percorrere sarà quella della fratellanza, cercando al contempo di preservare le risorse del pianeta e la biosfera.