Mostra mercato dei Corgnoi a Crespadoro
Domenica 8 dicembre, a Crespadoro, appuntamento con la tradizionale Mostra Mercato dei Corgnoi.
Mostra-mercato, esposizione e vendita di prodotti locali, mercatino pro-missioni, concerto con il Coro “Pellizzari” di Arzignano, accensione dell’Albero di Natale, intrattenimento con il gruppo folk “Tacabanda” e il Clown Viktor.
Durante la manifestazione, possibilità di degustare i corgnoi preparati secondo la tradizionale ricetta paesana, corgnoi alla bourguignonne, classici e al tartufo, gnocchi al “Corgnocco” e pomodoro, dolci casalinghi.
L'8 dicembre dalle 8 alle 19 si terrà la 39^ Mostra Mercato dei Corgnoi a Crespadoro nell'Alta Valle del Chiampo con l'esposizione e la vendita di prodotti locali per la specialità dei corgnoi locali o "lumache opercolate" con la chiocciola. Durante la manifestazione si potranno degustare i "Corgnocchi" al sugo di corgnoi, corgnoi alla "bourguignonne" o al tartufo e i corgnoi preparati secondo la tradizionale ricetta paesana insieme alla polenta calda con chioschi saranno aperti dalle 7 alle 18. Il programma della giornata prevede la Santa Messa alle 10, due spettacoli alle 11 e alle 14, la premiazione della "Mostra dei Corgnoi" alle 12 e la rassegna corale giovanile "Un Arcobaleno di Voci nella Vallata" presso la chiesa parrocchiale di Crespadoro alle 15.30. L'evento è organizzato dalla Pro Loco di Crespadoro. Ingresso gratuito.
La storia dei "Corgnoi" di Crespadoro: Su uno sperone di roccia emergente nella Valle del Chiampo sorge Crespadoro, paese agricolo e di villeggiatura, che per la Festa dell'Immacolata scende in piazza dal 1980 per rendere omaggio e fare mercato di un singolare prodotto locale, le lumache, popolarmente dette «corgnoi», per via delle appendici retrattili che ne supportano gli occhi. L'usanza popolare di raccogliere questi molluschi, che non sono semplici lumache ma chiocciole con tanto di guscio, è molto antica. Alcuni vi riconoscono usanze alimentari dei Cimbri, il popolo di origine germanica, che colonizzò queste montagne nel Medioevo, mentri altri si limitano a riscontrare come già le cronache dei '600 diano notizia dell'interesse dei signori vicentini per questa delicatezza culinarie poco comune. A raccolta ultimata, tra luglio e settembre, viene il momento delle preparazioni nostrane: spurgate lungamente in acqua e vino, le lumache sono pronte per il tegame di terracotta, dove, speziate e coperte di brodo, sobbolliranno per almeno 12 ore. L'apoteosi del delicato mollusco, liberato dal guscio, verrà su un letto di polenta fumante. Alla prova dei gusto si aggiunge quella chimica, che mette in risalto i pregi della sua carne, ricca di proteine e minerali, povera di grassi, consigliabile alle gestanti e ai convalescenti.