Inaugurazione della "Via Nicolajewka" in ricordo degli alpini a Villaverla
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In occasione della "Giornata della Memoria", domenica 29 gennaio alle 11.30 è in programma l'inaugurazione della "Via Nicolajewka" a Villaverla in ricordo degli alpini morti e dispersi nella "Battaglia di Nikolajewka" il 26 gennaio 1943. La nuova strada è una laterale di via Don Francesco Faccin dopo il cimitero. Il sindaco di Villaverla Ruggero Gonzo invita tutta la cittadinanza a partecipare.
BATTAGLIA DI NIKOLAJEWKA: La battaglia di Nikolaevka (la grafia Nikolajewka deriva dalla traslitterazione tedesca della lingua russa), combattuta il 26 gennaio 1943, fu uno degli scontri più importanti durante il caotico ripiegamento delle residue forze dell'Asse nella parte meridionale del fronte orientale durante la seconda guerra mondiale, a seguito del crollo del fronte sul Don dopo la grande offensiva dell'Armata Rossa iniziata il 12 gennaio 1943 (offensiva Ostrogorsk-Rossosc). Gli ultimi resti delle forze italo-tedesche-ungheresi, provate, oltre che dai combattimenti, dal gelido inverno russo, si ritrovarono ad affrontare alcuni reparti dell'Armata Rossa, asserragliatisi nel villaggio di Nikolaewka per bloccare la fuga dalla grande sacca del Don. Alla Tridentina, unica delle divisioni italiane ancora in grado di combattere, fu assegnato il compito di iniziare l'assalto al villaggio. Particolarmente significative durante questo attacco furono le azioni dei Battaglioni "Vestone", "Verona", "Valchiese" e "Tirano". Malgrado lo sbandamento che truppe in ritirata avrebbero dovuto avere, gli italiani riuscirono a sostenere l'attacco dei sovietici maggiormente dotati di armi pesanti ed artiglieria. Le perdite italiane furono altissime, ma la battaglia rappresentò un successo poiché le truppe dell'Asse, pur decimate e completamente disorganizzate, riuscirono a raggiungere Shebekino il 31 gennaio 1943, località al di fuori della "tenaglia" russa. Il giorno di inizio della ritirata, il Corpo d'Armata Alpino contava 61.155 uomini. Dopo la battaglia di Nikolajewka si contarono 13.420 uomini usciti dalla sacca, più altri 7.500 feriti o congelati. Circa 40.000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati dai sovietici in vari campi, come quello di Rada nei pressi della città di Tambov. Solo una percentuale minima di questi prigionieri farà ritorno in Italia a partire dal 1945.
ALPINI STORICI: Fra gli alpini che hanno preso parte a questa battaglia si ricordano l'arzignanese Giulio Bedeschi, Don Carlo Gnocchi (come cappellano militare), l'asiaghese Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli. Lo scrittore Giulio Bedeschi romanzò (sulla base di fatti storici realmente accaduti) la "Ritirata di Russia", narrando con nomi fittizi ma in prima persona, della spedizione Italiana in Russia, con le vicende riguardanti la disfatta culminanti nella battaglia di Nikolaevka nel libro "Centomila Gavette di Ghiaccio" (1963). Lo scrittoe e poeta Rigoni Stern scrisse di quest'episodio nel suo romanzo "Il Sergente nella Neve", che nel 2007 fu riadattato teatralmente con "Il sergente" da Marco Paolini. In Ritorno sul Don, Rigoni Stern torna a visitare quei luoghi dopo circa trent'anni dalla prima volta in cui li aveva visti. A memoria, ogni anno tra gennaio e febbraio, in numerose città hanno luogo delle commemorazioni della battaglia organizzate da gruppi e sezioni dell'Associazione Nazionale Alpini.