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Cultura

Palazzo Chiericati ospita la mostra “Ferro, Fuoco e Sangue! Vivere la Grande Guerra”

Suggestivo allestimento nei sotterranei nell'ambito dell'evento "Invito a Palazzo" per l'apertura dell'ala Novecentesca. L'esposizione aprirà sabato 8 ottobre alle 19 nell'ambito dei tre giorni di apertura straordinaria gratuita

In occasione dell'apertura dell'ala Novecentesca di palazzo Chiericati, nel Centenario del conflitto mondiale, i sotterranei dei musei civici di Vicenza ospiteranno, dall'8 ottobre al 26 febbraio, la mostra “Ferro, Fuoco e Sangue! Vivere la Grande Guerra”.

In questa mostra ci sono “solo” potentissime, stranianti immagini di oggi. Realizzate da Giuliano Francesconi secondo i più sofisticati canoni dello still life, esplose a grandissime dimensioni. Immagini scabre, rugginose, vere. Avvolgono e sovrastano il visitatore, sapientemente inserite da Mauro Zocchetta in uno spazio sotterraneo. È uno spazio di Palladio e quindi bellissimo. Come erano bellissime certe giornate in alta quota sulle montagne del vicentino.

Uno spazio protettivo ma aperto, esattamente come lo erano i dedali di trincee che solcavano le balze dei monti dai nomi tragicamente celebri: Ortigara, Pasubio, Cimone, Cengio, Grappa. I Sacrari che connotano questi luoghi “Sacri alla Patria” testimoniano, con i loro alveari di loculi, ciò che quella Patria richiese.

Venerdì mattina il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci ha effettuato un sopralluogo in anteprima al suggestivo allestimento, accompagnato dal fotografo Giuliano Francesconi, autore delle immagini della mostra e dal curatore Mauro Passarin che l'ha allestita insieme a Mauro Zocchetta.

“Quest'esposizione – ha detto il vicesindaco Bulgarini d'Elci - vive di grandi immagini potentemente espressive che dialogano con reperti che alludono a storie ordinarie, ma sono di fatto oggetti trasfigurati in simboli. Ciò che proponiamo non è certo un'analisi storica, ma una successione di ambienti particolari, non a caso nei sotterranei del museo, che si traducono in altrettanti sentimenti, capaci di evocare emozioni e stati d’animo. L’obiettivo della mostra è, del resto, quello di indurre il visitatore a una intensa riflessione sugli effetti della Grande Guerra, per restituire il senso profondo di un evento che si è impresso in maniera indelebile nella memoria collettiva. In questo senso la mostra contiene anche un forte valore educativo e didattico, e ha quindi un importante significato politico”.

“Ferro, Fuoco e Sangue! Vivere la Grande Guerra - ha aggiunto il curatore Mauro Passarin - si discosta completamente dalle molte mostre organizzate in questo periodo sul tema del primo conflitto mondiale. Francesconi ha saputo interpretare ciò che lo storico desiderava da anni, è cioè mostrare la trasformazione di frammenti di oggetti di guerra, che il terreno ha restituito a distanza di cento anni alla superficie, in qualcosa di diverso, in oggetti artistici capaci di contribuire alla riflessione su una vicenda umana che non trova paragoni in nessun altro evento dell'umanità. Ed ecco che il reticolato intrecciato trovato sul Pasubio diventa una corona di spine, il tubo dove si inseriva la gelatina per far scoppiare i reticolati appare come un fiore”.

Per questa mostra molti volontari si sono spinti tra Pasubio, Altipiano e Grappa, là dove la guerra fu più feroce, per raccogliere ciò che la terra, disgelo dopo disgelo, continua a restituire. Per anni sepolti nella terra intrisa di sangue, queste disiecta membra, così offese e irrimediabilmente segnate dal tempo, inizialmente prive di una propria fisicità, sono state riunite, guardate, osservate e studiate dallo storico - Mauro Passarin - e dall’artista – Giuliano Francesconi - e infine accordate e associate secondo la conoscenza e la sensibilità di entrambi.

Sono schegge di quei campi di battaglia, che ancora a distanza di un secolo lasciano germogliare come stelle alpine, boccioli di granate e di gavette, come una nuova fioritura dopo il disgelo; come se la guerra fosse definitivamente ntrata nel processo naturale di quei luoghi. I materiali, tutti frammenti di oggetti utilizzati durante il primo conflitto mondiale e raccolti sulle montagne vicentine, sono dal fotografo restituiti al contemporaneo con straordinaria sensibilità, con un’armonia e una bellezza che induce a meditazioni e a riflessioni profonde sugli errori-orrori della guerra.

Biglietti d'ingresso dall'11 ottobre al 26 febbraio: intero 5 euro; ridotto 3 euro. Il visitatore in possesso del biglietto della mostra che voglia visitare anche Palazzo Chiericati o l’intero circuito museale potrà ottenere la riduzione rispettivamente a 5 euro (anziché 7) e 12 euro (anziché 15). Viceversa, il visitatore già in possesso del biglietto Chiericati o del biglietto unico potrà entrare in mostra con biglietto ridotto a 3 euro.

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