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Autotrasportatori, stangata fino a 2mila euro: verso lo sciopero dei tir

La somma da detrarre al giorno per i viaggi fuori dal Comune di residenza dell'azienda scende da 51 a 38 euro. Italia a rischio caos per l'annunciato blocco dei mezzi pesanti

Si profila un agosto caldo per le imprese di autotrasporto vicentine, in linea con la protesta del comparto a livello nazionale. Negli scorsi giorni infatti il Ministero delle Finanze ha reso note le cifre relative alle deduzioni forfetarie, cioè le agevolazioni riconosciute in dichiarazione dei redditi alle imprese del settore sulle spese non documentate sostenute durante lo svolgimento dell’attività. Una doppia brutta sorpresa: la nota è arrivata ben oltre il termine del 2 luglio - data ultima per versare le imposte risultanti in dichiarazione senza una mora dello0,40% - e soprattutto contiene una significativa stretta sullo sconto fiscale applicato fino allo scorso anno.

La somma da detrarre al giorno per i viaggi fuori dal Comune di residenza dell'azienda scende da 51 a 38 euro; in caso di spostamenti all’interno del Comune lo stesso massimale viene riconosciuto per il 35%, ma con la rimodulazione al ribasso tale sconto scivola dai 17,85 euro ai 13,30"Un autentico salasso, per uno dei settori che più faticano a lasciarsi alle spalle le macerie della crisi - osservaPietro Mistrorigo, portavoce Autotrasportatori - Fita CNA Vicenza -. Per le imprese si può tradurre in una stangata tra i 770 e i 2000 euro in termini di maggiori imposte, e non è accettabile di fronte all’insostenibile concorrenza dei Paesi dell’est UE, che ha ridotto all’osso i nostri margini spingendo molti a lavorare ai limiti della legalità e della sicurezza pur di sopravvivere".

L’unica conferma in linea con gli anni precedenti è la misura relativa al contributo al Servizio Sanitario Nazionale: ogni azienda potrà beneficiare anche nel 2018 dell’importo di 300 euro per ogni mezzo come rimborso alle quote versate attraverso il premio annuo della RCA. Troppo poco, secondo i rappresentanti nazionali degli autotrasportatori, che hanno incontrato a fronte compatto i membri dell’VIII commissione del Senato per presentare le proprie istanze, raccogliendo dai senatori l’impegno a un ricontrollo delle condizioni che hanno indotto ai tagli.  All’orizzonte resta intanto confermato il fermo dei mezzi, proclamato da Unatras (l’organismo che coordina le associazioni di categoria per il settore trasporto) dal 6 al 9 agosto prossimi, scongiurabile, fanno sapere i promotori solo da un confronto diretto con il Ministero dei Trasporti.

"Abbiamo chiesto a più riprese al Ministro Toninelli - conclude Mistrorigo - di avviare subito un confronto con la categoria, senza ottenere risposta. Ora non è più possibile aspettare. Serve una marcia indietro sulle deduzioni. E servono posizioni forti a Bruxelles per armonizzare le condizioni di lavoro in tema di costo del lavoro e di costo carburante. Nell’est Europa il gasolio arriva a costare dai 20 ai 40 centesimi al litro in meno rispetto all’Italia, e i salari medi sono inferiori anche di 500 euro. Se a ciò si aggiungono il previsto taglio al fondo nazionale pedaggi di 48 milioni di euro e quello sul rimborso delle accise del 15%, il collasso è servito. E non stupiscono più purtroppo i numeri impietosi che hanno visto cessare l’attività quasi 27.000 aziende di autotrasporto dal 2011 allo scorso anno".   

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