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Economia

Evasione fiscale, Vicenza nell'occhio del ciclone

Il più recente è il caso Valbruna, che ha seguito lo scandalo nel settore della concia e dell'oreficeria. Veneto Stato propone di portare i risparmi in Austria: Vicenza capitale dell'evasione?

L'ultimo caso eclatante è quello che coinvolge le Acciaierie Valbruna, accusate di aver creato una sub holding con passivo ad hoc per spalmare la minusvalenza sulle altre imprese del gruppo. Vicenza è reduce da settimane di attenzione mediatica per il grave scandalo della concia, in particolare del Gruppo Mastrotto: la Guardia di Finanza li accusa di aver evaso il fisco per oltre 106 milioni di euro, cui andrebbero aggiunti 4 milioni di "straordinari fuori busta". Un vero e proprio "sistema", che probabilmente coinvolge l'intero settore, sostengono i militari, e che si allarga anche nello sport, con le false sponsorizzazioni.

Le più importanti trasmissioni televisive, ultima Ballarò, hanno scrutato l'hinterland vicentino con lo sguardo di condanna nei confronti di questo popolo di evasori diffusi, dall'artigiano al mega industriale, fino all'operaio felice dello straordianario in nero, tanto da far chiedere al Prefetto maggiore discrezione ai media. 

"Ma quali evasori? Qui l'unico vero ladro è lo stato" è l'opinione diffusa, di cui si è fatto portavoce il presidente provinciale Attlio Shneck, ma i commenti su internet, sui social network e nei bar si possono riassumere con questa posizione; certo, condannabile ma altrettando comprensibile.

Il partito secessionista Veneto Stato aveva addirittura lanciato la proposta del monumento all'imprenditore, "che sarà anche evasore ma produce socialmente molto più di quel che non versa", poi bloccato dalla Questura. Ma il leader Lodovico Pizzati non si da per vinto e prosegue con la sua resistenza fiscale: la prossima iniziativa sono le corriere per portare i risparmi in Austria.

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