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Economia

Veneto Banca verso la spa: assemblea blindata

Sabato, a Volpago del Montello, nel Trevigiano, l'assemblea dei soci di Veneto Banca voterà il passaggio a società per azioni. Attese 7mila persone, l'allerta sicurezza è alle stelle. E c'è chi fa appello al Papa

Un'assemblea blindata per chiudere una storia, quella di 'una testa un voto', e aprire un capitolo nuovo, quello del passaggio a societa' per azioni, con aumento di capitale da un miliardo e approdo in borsa a primavera. L'appuntamento di domani a Venegazzu' di Volpago del Montello (Treviso) non si annuncia come una 'festa' e a dare il segno delle tensioni e delle polemiche che hanno accompagnato in queste settimane non ci sono solo il numero degli azionisti attesi - oltre 7mila - ma anche il ferreo dispositivo per la sicurezza. A presidiare l'area ci saranno oltre un centinaio fra carabinieri, finanzieri e poliziotti, oltre a vigilantes privati. Divieto di riprese video e fotografiche, metal detector ai varchi e controlli a campione delle persone che entreranno.

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Nella tensostruttura si contera' il fronte dei si' e quello dei no. La grande incognita, in pratica, e' proprio legata all'esito del voto con il quale il CdA, presieduto da Pierluigi Bolla, chiedera' alla base la trasformazione dell'istituto in Spa, passo necessario all'aumento di capitale e, il prossimo aprile, alla quotazione in borsa. Tutti e tre ingredienti fondamentali nel piano di risanamento affidato al nuovo amministratore delegato, Cristiano Carrus, e presentato lo scorso ottobre. Si tratta di passaggi che nella sostanza ricalcano le direttive dettate dalla Bce in una nota che sara' letta domani ai soci. Indirizzi di fatto perentori, in assenza dei quali il commissariamento dell'istituto sarebbe inevitabile.

Per quanto riguarda la "geografia" del consenso previsto, a sollecitare i soci ad esprimersi con un si' al piano di risanamento sono state, negli ultimi giorni, le associazioni di categoria industriali (Unindustria Treviso) ed artigiane (Confartigianato, Cna e Casartigiani), oltre alle sigle sindacali. Un via libera senza eccezioni era poi stato dichiarato dall'inizio dai membri di "Per Veneto Banca", associazione che raggruppa circa 130 grandi azionisti, detentori di quasi il 9% del capitale, in buona parte coordinati in un patto di sindacato, mentre una approvazione meno convinta e' giunta dall'"Associazione degli azionisti di Veneto banca", presieduta dall'ex presidente del Tribunale di Treviso, Giovanni Schiavon.

Dall'altra parte i comitati posizionati piu' o meno rigidamente sul no, compresi i gruppi organizzati attorno a don Enrico Torta, parroco di Dese (Venezia). Per avere il via libera dai soci e' necessario un consenso dei due terzi e su questa soglia, si giocano tutte le inquietudini della vigilia. Il titolo, che un anno fa era valutato 39,5 euro, in aprile era stato ridotto a 30,5 euro e infine dal Cda a 7,30 euro. Un salasso, dunque, per i detentori dei titoli che ha indotto oggi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a dichiarare l'immediata disponibilita' ad "avviare un fondo di solidarieta' a sostegno dei risparmiatori piu' colpiti dalla crisi delle popolari venete, attraverso la finanziaria regionale 'Veneto Sviluppo'. Siamo in grado di farlo partire - ha aggiunto - anche se e' piu' facile farlo per le aziende entrate in fase di stress per le azioni in pancia. Il Cda, riunito in una seduta durata fino a sera, non ha intanto assunto decisioni formali, rimandando il tema ad una futura assemblea, su un'azione di responsabilita' verso i vecchi amministratori, cioe', in prima battuta, l'ex presidente, Flavio Trinca, l'ex ad, Vincenzo Consoli.

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