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Tagli alla polizia postale di Vicenza, è prostesta: "Giù le mani"

Per quanto riguarda il Veneto, il distretto della Corte di Appello di Venezia comprende il territorio dei circondari dei Tribunali Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza. Ne consegue che solamente Venezia, sede del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni, resterebbe in vita

Drastici tagli in vista per la polizia postale vicentina e non solo. Il 19 febbraio il Prefetto Marangoni ha informato i sindacati della polizia di Stato che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza sta ultimando uno studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale resa necessaria dalla drastica diminuzione di personale, sceso dai 103 mila del 2003 ai circa 94 mila del 2013. La polizia di Stato, secondo lo studio attualmente sottoposto al parere dei prefetti e dei questori, andrebbe incontro ad una razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità Stradale, Ferroviaria, Postale e Frontiera.

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"Tra queste, la Postale appare come la specialità maggiormente a rischio in quanto il Dipartimento ha in animo la sua sostanziale soppressione, intendendo mantenere uffici di specialità solamente nelle città sedi di Corti d’Appello - secondo quato riferisceil sindacato Silp . Per quanto riguarda il Veneto, il distretto della Corte di Appello di Venezia comprende il territorio dei circondari dei Tribunali Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza. Ne consegue che solamente Venezia, sede del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni, resterebbe in vita".

"Le sei Sezioni situate nei capoluoghi delle altre province venete verrebbero soppresse. Un'idea inspiegabile, al limite della stravaganza, del tutto sganciata dalla realtà che va in completa controtendenza, ovvero un aumento dei reati di natura informatica e una crescente domanda di informazione qualificata e affidabile che solo soggetti istituzionali possono offrire. Vogliamo essere chiari. Nei sei uffici prestano servizio 64 colleghi (11 a Belluno, 13 a Padova, 5 a Rovigo, 11 a Treviso, 15 a Verona e 9 a Vicenza). E' evidente come non si tratti di numeri imponenti e il recupero di personale su base provinciale risulti assai contenuto. Mentre i dati testimoniano in maniera incontrovertibile l'assurdità delle intenzioni".

Nel 2013 le sei sezioni provinciali della polizia Postale hanno ricevuto poco più di circa 3.100 denunce da parte di cittadini, trattato poco meno di 6.000 fascicoli e deferito all'autorità giudiziaria circa 360 persone. Hanno portato le proprie competenze tecnologiche e investigative in circa 250 incontri nelle scuole a cui hanno partecipato mediamente un centinaio di studenti per ciascun incontro.

"Tale attività, peraltro ampiamente pubblicizzata dal Ministero dell’Interno tramite i mass-media e i social network (una vita da social), è stata molto apprezzata dai soggetti che ne hanno usufruito, al punto tale che il passa parola che ne è conseguito ha portato ad un aumento notevole delle richieste di intervento nelle scuole per il corrente anno scolastico, tanto che il personale vi prende parte anche attraverso modalità di impiego in straordinario programmato su progetti predisposti dal Compartimento di Venezia. Le telefonate, per informazioni o per segnalare problemi di varia natura, hanno registrato un dato medio giornaliero non inferiore alle 100 chiamate, molte volte risolutive perché capita spesso che una informazione precisa e qualificata sia in grado di rassicurare l'utente o di risolvere problemi tecnici anche a distanza -  spiega il sindacato -  Proiettando le telefonate nell'intero anno si raggiunge il dato enorme di circa 26.000 chiamate agli uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni che si vogliono chiudere. Circa il 30% delle telefonate provenivano dalle questure e da queste girate alla specialità per offrire una risposta qualificata, il 20% erano telefonate provenienti dal 112 dei Carabinieri, mentre il rimanente 50% erano chiamate dirette provenienti dai cittadini". 

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