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Rifiuti: ora gli artigiani chiedono indietro i soldi del Sistri

Dopo l'abolizione del sistema di tracciabilità satellitare dei rifiuti industriali, Confartigianato Vicenza vuole che lo Stato restituisca 2 milioni e mezzo versati dalle aziende vicentine

La finanziaria abolisce il Sistri, il sistema digitale di tracciabilità dei rifiuti, e gli artigiani gioiscono. Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, commenta positivamente la decisione di abolire il sistema che nelle intenzioni del Ministero dell'Ambiente dovrebbe fermare il business delle ecomafie. Un sistema che nei primi test aveva però dimostrato notevoli falle tecniche. Non solo, gli artigiani ora chiedono indietro i soldi versati dalle imprese per il Sistri, e non sono bruscolini: "Secondo i nostri conteggi, visto che il Ministero non dice nulla al riguardo - dice Agostino Bonomo - si stima che solo nella provincia di Vicenza siano stati versati inutilmente contributi per circa 2 milioni e mezzo di euro e in Veneto stimiamo una cifra di circa 17 milioni. La nostra posizione è chiara: il Sistri non è mai stato avviato, quindi il denaro va restituito".

La posizione degli artigiani è sempre stata contraria al Sistri: "Ci aspettiamo ora che con la legge di conversione del decreto non si torni indietro, ma si mantenga fino in fondo l’abrogazione del Sistri - continua il presidente - A questo punto lo chiediamo con forza e ci aspettiamo anche un altro segnale da parte del Governo, ovvero la restituzione di quanto gli imprenditori hanno versato in questi 2 anni".  

E' l'articolo 6, comma 2 del decreto sulla manovra di Tremonti del 13 agosto a stabilire lo stop al regolamento del Sistri e al relativo sistema sanzionatorio. Ora manca la conversione in legge, ed è in corso un serrato dibattito parlamentare, che dovrà portare all'approvazione della manovra entro il 12 ottobre prossimo. Il Sistri doveva partire il 1 settembre 2011, ma le imprese coinvolte non dovranno più utilizzare il sistema satellitare: si resterà al vecchio sistema, con l'obbligo di tenere registri di carico e scarico dei rifiuti e i formulari di identificazione. Il nuovo sistema di tracciabilità invece, nel progetto ideato dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, sarebbe divenuto obbligatorio per tutte le imprese con più di 500 lavoratori, per i recuperatori, gli smaltitori e per i trasportatori con autorizzazione al trasporto superiore alle 3000 tonnellate annue.

Le critiche al sistema avevano raggiunto l'apice due mesi fa durante il "click day" di prova: "E' apparso evidente a tutti che il sistema non funzionava e di conseguenza le aziende non erano in grado di affrontarlo - attacca Bonomo - Proprio in quell’occasione si è capito anche quanto era distante il Ministero dell’Ambiente dalle imprese: noi dicevamo che il Sistri non funzionava in alcuna maniera, il Ministero diceva che a parte qualche caso tutto era a andato bene". Da parte delle associazioni ambientaliste, invece, si parla di un colossale regalo alle ecomafie.

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