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Sfratti, Vicenza seconda in Veneto: "Sospendere l'uso della forza"

Il segretario Fulvio Rebesani: “Di fronte a questa situazione chiediamo al prefetto di sospendere la concessione dell'ausilio della forza pubblica per gli sfratti per un periodo di almeno 6 mesi”

Vicenza al secondo posto tra le province del Veneto per numero di sfratti. Stando agli ultimi dati disponibili, quelli del 2010, ne sono stati emessi ben 1119. Peggio di noi fa solo Verona con 1212 provvedimenti. Ben 1058 sfratti, nel Vicentino, avvengono per morosità, ovvero per il mancato pagamento del canone di locazione e, talvolta, anche degli oneri accessori. Di questi, 837 sono stati ordinati dal tribunale di Vicenza, 221 da quello di Bassano del Grappa.

“Si tratta di un fenomeno preoccupante, che colpisce persone che negli anni precedenti hanno sempre pagato, ma che con l'acuirsi della crisi e la perdita del lavoro non sono più riuscite a far fronte al pagamento del canone, delle spese condominiali e del riscaldamento”, dichiara Fulvio Rebesani, segretario generale del SUNIA di Vicenza, il sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari e proprietari di prima casa, che aggiunge: “Di fronte a questa situazione chiediamo al prefetto di sospendere la concessione dell'ausilio della forza pubblica per gli sfratti per un periodo di almeno 6 mesi”.

Per quanto riguarda, poi, l'emergenza abitativa in città, Rebesani torna ad attaccare l'assessore ai servizi sociali e abitativi, Giovanni Giuliari, di cui sottolinea la “debolezza strutturale” e il fatto di essere scavalcato dai dirigenti e dal personale dell'assessorato di Contrà Mure San Rocco. “Da quando, nel dicembre 2010, il Sunia chiese al Comune di applicare la legge regionale 10/1996 sull'edilizia residenziale pubblica, che prevede che il 15 per cento degli alloggi ATER e AMCPS AIM liberi venga riservato agli sfrattati, non si sono fatti passi avanti - afferma il segretario -. Le famiglie vengono mandate in albergo, dove vivono in spazi ristretti e sono costrette a mangiare panini perché non c'è la cucina. Evidentemente il Comune preferisce pagare 2.700 euro al mese per nucleo familiare! E pensare che ci sono amministrazioni, come quelle di Padova e Treviso, che hanno innalzato la soglia del 15 per cento per aiutare gli sfrattati. In città non viene sfruttata neppure questa piccola percentuale!”.

Il Comune di Vicenza, secondo il Sunia, viola anche un'altra norma della legge 10/96, quella che recita (art.9, comma 2): “gli enti gestori (che nel capoluogo berico sono AMCPS AIM e ATER) sono tenuti a comunicare al Comune territorialmente competente gli alloggi disponibili entro 8 giorni dalla disponibilità”. “A Vicenza non succede niente di tutto ciò – spiega Rebesani –. ATER vende gli alloggi all'asta, quindi chi ci va ad abitare non è certo uno sfrattato. Sulla stessa linea d'onda è anche il Comune di Bassano”.

Altro nodo su cui si sofferma il segretario del Sunia è quello del regolamento sull'emergenza abitativa. “Era un regolamento di per sé buono prima che venisse approvato, perché prevedeva una commissione sull'emergenza abitativa costituita da persone estranee al Comune, con il compito di valutare le domande per l'assegnazione degli alloggi. Il personale di San Rocco, però, si è sollevato e Giuliari ha cambiato il programma, così ora sono dirigenti e funzionari a decidere la graduatoria. Solo che attualmente non stanno facendo nulla perché si stanno occupando degli stampati. Come si può vedere, c'è un'incapacità totale di gestire in maniera adeguata ed efficiente la situazione”.

Un'ultima incongruenza rilevata dal Sunia riguarda la manutenzione degli alloggi. “Nel marzo di quest'anno – conclude Rebesani - è stata approvata una delibera che prevedeva la risistemazione di 40 alloggi. Ad oggi ne sono stati assegnati solo 16. Gli altri saranno pronti con il tempo, quando compreranno la calce. Il Comune usa solo una parte dei soldi disponibili e intanto la gente, con il freddo, continua ad essere sfrattata”.

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