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Economia

Lavoratori di mense e pulizie scolastiche senza stipendio e ammortizzatori sociali

A Vicenza Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno incontrato il Prefetto per protestare contro la situazione drammatica che riguarda oltre 600 dipendenti vicentini

È una situazione di stallo asfissiante quella che stanno vivendo oltre 600 lavoratori vicentini delle mense e dei servizi di pulizia negli istituti scolastici. Per loro infatti la copertura degli ammortizzatori sociali a seguito della chiusura delle scuole è ormai scaduta; non solo: molti di loro sono senza alcun tipo di reddito da 3 mesi a causa del grave ritardo nella liquidazione dell’indennità da parte dell’INPS e della mancata anticipazione dell’assegno ordinario da parte delle rispettive ditte. E come se non bastasse, ad oggi non c’è nemmeno alcuna certezza circa se e quando potranno riprendere a lavorare.

Un dramma economico contro il quale Fisascat Cisl, Filcams Cgil, e Uiltucs Uil hanno protestato, incontrando il Prefetto di Vicenza mercoledì, in occasione della giornata nazionale di mobilitazione appositamente indetta dalle organizzazioni sindacali.

«In Prefettura - spiega Matteo Bocchese, della segreteria provinciale di Fisascat Cisl - abbiamo ribadito la nostra preoccupazione per la situazione in cui versano tutte le lavoratrici e lavoratori del comparto. Oltre il danno la beffa, dopo più di tre mesi senza stipendio, dovranno affrontare l’estate in sospensione scolastica. Abbiamo chiesto a gran voce che le istituzioni si facciano carico della copertura economica anche per questo periodo».

«Tra i nostri obbiettivi - aggiunge Fabio La Russa della Filcams Cgil - ci è che le aziende possano anticipare l’assegno ordinario Fis ai dipendenti, affinché possano avere una copertura di reddito, se pur minima, vista la tutela minima i inesistente degli ammortizzatori sociali sul settore».

Un tema più ampio sul quale interviene anche Roberto Frizzo per Uiltucs Uil: «Nel ringraziare l’ attenzione della Prefettura di Vicenza nella persona della dott.ssa Carletti per la volontà espressa di trasmettere ai competenti Organi le nostre istanze, come Uiltucs siamo a rimarcare come sia quanto mai necessario superare i limiti dell’ attuale normativa sulla cassa integrazione legata al ricorso agli ammortizzatori sociali da parte della committenza e ancor più la durata che deve arrivare almeno alle 27 settimane di copertura, come richiesto anche dalle organizzazioni sindacali».

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