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"No alla riforma del lavoro": sit in in contrà Gazzolle con la Cgil

Il sindacato di via Vaccari ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura per domani, mercoledì 27 giugno 2012, dalle 10.30 alle 12. Contestualmente, ha proclamato due ore di sciopero a fine turno lavorativo

Il disegno di legge sulla riforma del mercato di lavoro, che verrà votato tra pochi giorni alla Camera dei Deputati, non convince la Cgil. Marina Bergamin, segretaria generale della Cgil berica, lo definisce “un provvedimento iniquo e inadeguato che non avrà effetti positivi sull’occupazione e sulla crescita del Paese”.

Per tale ragione, il Sindacato di via Vaccari ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura per oggi, mercoledì 27 giugno 2012, dalle 10.30 alle 12. Contestualmente, ha proclamato due ore di sciopero a fine turno lavorativo.

“La riforma avrà ricadute pesanti sui lavoratori – dichiara Bergamin –. Non combatte la precarietà, in particolare quella dei giovani, in quanto mantiene le 46 tipologie di  contratto già esistenti. Gli ammortizzatori sociali non vengono estesi e con l’introduzione dell’Aspi, che sostituirà la mobilità, c’è il rischio che il numero di esodati aumenti. Su questi e altri argomenti della riforma è necessario tenere alta l’attenzione. Se guardiamo alla provincia di Vicenza, la situazione occupazionale è davvero critica. Il meccanico, il tessile, il chimico e l’edilizia stanno soffrendo particolarmente”.

I dati sulla situazione occupazionale e produttiva di alcuni settori produttivi del vicentino.

FILLEA (lavoratori dell’edilizia e del legno)

Se nell’aprile del 2008, ossia prima dell’esplosione della crisi, il settore edile contava, nel vicentino, 5056 operai attivi e 759 imprese attive, nel 2012 se ne contano rispettivamente 4041 e 587. Ciò significa che c’è stato un calo del 20 per cento di operai attivi, e di circa il 23 per cento di aziende attive. “La cassa integrazione sta aumentando progressivamente - afferma Danilo Andriollo, segretario generale di Fillea -, in particolare stiamo riscontrando un passaggio dalla cassa integrazione ordinaria a quella in deroga e straordinaria. Inoltre, questo settore sta conoscendo una precarietà che negli anni precedenti era sempre riuscito a contenere”.

FIOM (metalmeccanici)

Nel primo quadrimestre del 2012 , nella provincia di Vicenza, si sono aperte 47 procedure aziendali a causa della crisi. Di queste, 25 riguardano il settore metalmeccanico. Tra le aziende colpite, c’è la Ceccato Lavaggi di Montecchio Maggiore, per la quale le parti sociali hanno ottenuto la sottoscrizione di una accordo per la cassa integrazione straordinaria per poco più di 130 dipendenti. “Se la riforma del lavoro fosse già in vigore – sottolinea Maurizio Ferron, segretario generale della Fiom – tutti quei lavoratori sarebbero già a casa”. 

 

FILCTEM (concia, gomma , chimici, tessili ed energia)

La Filctem sta registrando, nella provincia berica, un aumento della cassa integrazione straordinaria nei settori della gomma plastica e della chimica, che riguarda circa 800 persone. Nel comparto della concia, la crisi sta colpendo venti aziende e 540 lavoratori. 

“I comparti del chimico e del farmaceutico, che nel 2011 non erano stati sostanzialmente toccati dalla crisi, hanno cominciato a soffrire dai primi mesi di quest’anno - puntualizza Fabrizio Nicoletti, segretario della Filctem -. In controtendenza è il settore della pelle e del cuoio che sta portando lavoro nel vicentino, soprattutto grazie all’azienda Bottega Veneta”.

 

FLC  (insegnanti e lavoratori scuola)

“Nella provincia di Vicenza c’è il rischio di una continua emorragia di posti di lavoro nel settore della scuola”. A dirlo è Sebastiano Campisi, segretario generale di FLC. Dal prossimo anno, infatti, 122 istituti scolastici scompariranno, con conseguente taglio di posti di lavoro. Tra le zone più colpite dal fenomeno c’è Arzignano, che da due direzioni didattiche e una scuola media passerà a due istituti. Ciò significa che verranno meno un dirigente, un direttore, alcuni assistenti amministrativi e dei collaboratori scolastici. Anche a Malo, Cassola e Bassano del Grappa, le scuole, da due, si ridurranno ad una.

“C’è una evidente distanza tra ciò che il governo dice e ciò che fa - continua Campisi -. Non c’è una politica finalizzata a favorire un’occupazione stabile. Continua a mancare quella concertazione con le parti sociali per la regolamentazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, di cui si parla anche nell’articolo 2 del disegno di legge sulla riforma del lavoro”. 

 

NIDIL (atipici)

Lia Colpo, segretaria generale di NIDIL, sottolinea l’aumento di richieste di partite iva per coloro che rientrano nel mondo del lavoro. Si tratta di una prassi che oramai riguarda le figure professionali più disparate, dall’impiegato al muratore all’operaio. “È una scappatoia per le imprese – dichiara Colpo – che non considerano dipendente chi ha un compenso che supera i 18 mila euro lordi. Ciò significa che il lavoratore, di fatto, guadagna circa 700 euro al mese. Ma se la partita iva è iscritta alla gestione separata, quella cifra si abbassa ulteriormente per l’aumento della contribuzione, che non ha un effetto positivo per i titolari di partite iva perché non possono usufruire di determinate indennità. Bisogna, pertanto, ripensare questa situazione, per evitare di far scoppiare la precarietà. Se non c’è lavoro, non c’è comunità e noi abbiamo bisogno di questo oggi”. 

 

FLAI (lavoratori industria alimentare)

I settori dell’agricoltura e dell’industria alimentare solo apparentemente non stanno soffrendo poiché, grazie all’export, sono in crescita. In realtà si avverte una certa tensione.

“Se un tempo il comparto alimentare era il primo a ripartire ai primi segnali di ripresa – afferma il segretario Edoardo Zampese -, oggi non è più così. La cassa integrazione, sia quella in deroga sia quella straordinaria, sta aumentando anche in questo settore. Le difficoltà si notano anche nel fatto che i consumi sono cambiati. Gli acquisti nei supermercati sono calati anche del 10 per cento, e sempre più italiani fanno ricorso ad un pasto alla Caritas”. 

Per quanto riguarda i voucher, infine, “se da un lato hanno lo scopo positivo di far emergere parte del lavoro nero, dall’altro stanno diventando una forma di precarietà – conclude Zampese - I lavoratori non riescono a maturare giornate utili al pagamento della disoccupazione agricola”. 

 

FP (funzione pubblica)

In tutte le funzioni pubbliche si stanno registrando tagli all’occupazione. Per il prossimo quinquennio, è stato stimato, sulla base del calcolo delle pensioni, che verranno persi dai 700 ai mille posti di lavoro. “Ciò comporta – dichiara Giancarlo Puggioni, segretario generale di FP – che la qualità del servizio peggiorerà e, più in generale, ci sarà un impoverimento del lavoro legato al blocco dei contratti previsto fino al 2014. La situazione sta già precipitando, tant’è che oggi abbiamo proclamato due ore di assemblea in tutte le funzioni pubbliche per discutere con i lavoratori sul da farsi”.

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