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Nè Rosecco nè Prisecco: campagna in Usa per le bollicine venete

Il Consorzio del Prosecco doc ha in programma una serie di appuntamenti sia a New York che a Miami. In particolare due Master Class e altrettante degustazioni guidate per tutelare i consumatori dalle imitazioni

Stop alle bollicine di bassa qualità dai nomi sospetti: "Chiamatelo Prosecco solo se proviene dall'area del Prosecco". RECORD PER IL VINO VENETO

E' il titolo della campagna che in questi giorni vede il Consorzio di tutela del Prosecco Doc tra gli interpreti di Vinitaly International Usa 2013, progetto itinerante avviato da VeronaFiere per sviluppare una piattaforma globale volta a promuovere le aziende vitivinicole italiane nel mondo. Il Consorzio del Prosecco doc ha in programma una serie di appuntamenti sia a New York che a Miami. In particolare due Master Class e altrettante degustazioni guidate rivolte a operatori di settore, giornalisti, consumatori più attenti.

"Il messaggio principale che vorremmo trasmettere con queste azioni - spiega il Presidente Stefano Zanette da New York - è che il termine Prosecco non indica una tipologia di vino, quanto una 'denominazione d'originé quindi una regione precisa. Che nel nostro caso corrisponde all'area geografica estesa a quelle nove province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, tra cui Vicenza, dove vengono sia prodotte che trasformate, nel rispetto del disciplinare, le uve che danno origine al rinomato vino ormai ben noto e apprezzato non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo".

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