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Economia

Popolare di Vicenza, Zonin punta al rinnovo del mandato

Il mandato scade in aprile ma Giovanni Zonin pensa già alla sua rielezione e svela il programma: "Niente banche fuori dall'Italia ma uffici di rappresentanza nei Bric"

Il presidente della banca Popolare di Vicenza si ricandida a guidare il gruppo per l'ottava volta. "Se me lo chiede il Cda - confida - lo accetto proprio volentieri". Zonin ha le idee chiare anche sulla presenza all'estero dell'Istituto di Credito Berico: "non vogliamo aprire banche fuori Italia, non mi ha mai convinto - rileva -. Sì invece ad uffici di rappresentanza, come già i cinque esistenti, e possibilmente anche nei paesi Bric".

Contemporaneamente prosegue l'espansione in Italia con l'apertura di nuove sedi come quella di oggi a Treviso ed entro un mese a Padova e a Venezia, tutti i prestigiosi palazzi storici di proprietà, con un occhio al Nordovest del Paese (in primis in Piemonte, anche se è sfumata l'operazione Biver Banca perché non gli garantivano il minimo dell'81% del capitale per avere una governance piena), in Toscana (100 gli sportelli) e nell'Italia Meridionale (con Banca Nuova), senza disdegnare un interessamento per Antonveneta: "se Mps farà scelte a cui potremmo partecipare, se ci saranno sinergie, le valuteremo".

Intanto la Bpv si attesta con 44 miliardi di euro di attivo e 685 punti vendita che la portano ad essere la nona realtà bancaria italiana. A chi colpevolizza le banche per le difficoltà delle aziende all'accesso del credito, Zonin replica che ci sono stati istituti "che hanno guardato più ai propri interessi. Resta il fatto che per darli i quattrini bisogna averli. Un tempo - osserva - c'era più fiducia per le banche e certe difficoltà non sono solo sempre per colpa loro. Forse - spiega - eravamo abituati a situazioni molto più facili per l'accesso al credito. C'é stata la caccia all'untore ed ogni colpa veniva scaricata sulle banche che, indubbiamente, fanno parte di un sistema", chiarendo poi che la responsabilità è da cercarla altrove, a partire dalla classe politica.

"Il Nordest - conclude Zonin - fino a 5 anni fa era l'area in cui si registrava la più ampia espansione economica nel mondo: non è ragionevole che in un anno sia sfumato tutto".

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