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Economia Trissino

Pfas, M5S contro Miteni: "Deve chiudere subito e bonificare a sue spese"

Così il gruppo consiliare Veneto: "Le colpe sono dell'ex proprietaria Mitsubishi? Adesso conta solo la sicurezza dei cittadini"

"Ogni giorno la vicenda Pfas e i suoi responsabili, la Miteni S.p.a., rivelano dettagli sempre più allarmanti: la Miteni deve chiudere immediatamente e si deve procedere alle operazioni di bonifica a sue spese”. Nuovo attacco del gruppo consiliare M5S Veneto nei confronti dell'azienda di Trissino. 

“Secondo i carabinieri del Noe la Miteni sapeva di inquinare, ma lo ha tenuto nascosto. Ora l’azienda scarica le colpe su Mitsubishi Corporation, proprietaria di un tempo? Questo si accerterà, ma ciò che è sicuro è che la falda sotto la Miteni è contaminata e sta inquinando, dunque deve essere bonificata. Poi sarà un problema di Miteni rivalersi su Mitsubishi. Ma ad oggi a fare le spese di tutto questo sono 350mila veneti che assimilano acqua contaminata, e questo non può continuare un giorno di più. Si metta in sicurezza la popolazione e si tutelino i dipendenti della Miteni”.

Il M5S fa riferimento a quanto reso noto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale).

Il Comitato degli Stati Membri dell’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha concordato all’unanimità di identificare il Bisfenolo A e l’acido Perfluoroesano-1-sulfonico e i suoi sali (PFHxS) come sostanze “estremamente preoccupanti” (SVHC).

"Parliamo di: sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione; sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche; sostanze che perturbano il sistema endocrino. Non solo Pfas a catena lunga ma anche l’acido Perfluoroesano-1-sulfonico (Pfas a catena corta) sono stati trovati nell’ambiente nei pressi della Miteni e soprattutto nelle analisi del sangue delle persone monitorate all’interno delle indagini sulla contaminazione da Pfas.

Se i Pfas a catena lunga causano numerosi danni, comprese patologie per i feti e le donne incinte, queste altre sostanze sono riconosciute dall’Ispra come cancerogene e tossiche, e perfino più pericolose dei Pfas di cui abbiamo parlato fino ad oggi.

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