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Pfas: «La Regione non pensi alle querele ma alla salute dei cittadini»

Durissima presa di posizione del segretario generale della Cgil di Vicenza e provincia Giampaolo Zanni, che non ha ancora ricevuto risposte su tre problmatiche fondamentali

Scrive il segretario generale della Cgil di Vicenza e provincia Giampaolo Zanni:

"In merito alla notizia di una possibile denuncia querela della Regione Veneto nei confronti dell’attivista NO PFAS Alberto Peruffo, accusato di aver rilasciato dichiarazioni di carattere diffamatorio sul gravissimo problema dell’inquinamento da sostanze PFAS, in qualità di Segretario Generale della CGIL di Vicenza, esprimo quanto segue:

la Regione si impegni come da sue precise responsabilità e prerogative per affrontare il drammatico problema dell’avvenuto avvelenamento dell’acqua, dell’ambiente e degli esseri viventi di un vasto territorio del Veneto, e non perda tempo a denunciare una persona che, assieme a tante altre, e tra queste il sottoscritto, si è battuto e si batte contro un crimine ambientale e per la salvaguardia delle nostre terre e della vita che le popola;

la Regione intervenga per garantire acqua pulita (doppio filtraggio a carboni attivi) e sorveglianza sanitaria anche per le decine di migliaia di persone che risiedono nei comuni della zona arancio, che per ragioni assurde sono state escluse dalle misure previste per le persone residenti nei comuni della zona rossa. A precisa richiesta da me avanzata all’Ass. Bottacin di avere acqua pulita attraverso la doppia filtrazione, in un incontro svoltosi in data 11 aprile scorso, l’Assessore mi ha risposto: ”Faccia la richiesta al suo gestore”. L’Assessore, invece di querelare chi si impegna per la salute di tutti, chieda alla sua Giunta di deliberare l’estensione di quanto stabilito per le zona rossa anche per la zona arancio, perché i miei figli, abitando io a Montecchio Maggiore, sono stati avvelenati, anche se in misura forse minore, esattamente come i coetanei della zona rossa;

da mesi attendiamo, come CGIL CISL UIL, un incontro con l’Assessora alla sanità della Regione Veneto sul tema della difficile situazione sanitaria delle circa 500 persone che hanno lavorato all’interno dello stabilimento Miteni, e che avendo nel proprio sangue i valori più elevati al mondo di sostanze PFAS sono a rischio di insorgenza di patologie che gli studi effettuati finora associano a queste sostanze nocive. Al posto delle querele, la Regione ci convochi al più presto, per ascoltare le nostre richieste ed assieme cercare di affrontare le conseguenze di questo immane disastro ambientale. Buon governo non significa querelare e dividere le persone in zone rosse ed arancio, ma sapere ascoltare, coinvolgere e poi decidere, a servizio del bene veramente di tutte e di tutti".

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