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Economia Monticello Conte Otto

Monticello Contro Otto, sequestrati beni per quasi 100mila euro a azienda orafa

La guardia di finanza è entrata in azione perchè la società aveva emesso, nel 2011, 14 fatture per operazioni inesistenti emesse da sette soggetti economici, con i quali, però, non avevano mai intrattenuto rapporti commerciali

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza, Roberto Venditti, nei confronti di una società di Monticello Conte Otto, operante nel settore della fabbricazione di gioielleria ed oreficeria, nonché del rappresentante legale e attuale liquidatore della stessa.

L’indagine, coordinata da Giovanni Parolin, Sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza, scaturita da una verifica dell’Agenzia delle Entrate berica, ha accertato che la società orafa aveva esposto, nella dichiarazione fiscale ai fini delle imposte sui redditi e dell’I.V.A. relativa all’anno 2011, elementi passivi fittizi, avvalendosi di 14 fatture per operazioni inesistenti emesse da sette soggetti economici, i quali tuttavia non avevano di fatto mai intrattenuto rapporti commerciali con la società orafa. Infatti, presso tali società non sono stati rinvenuti i documenti, così come nemmeno i pagamenti, riconducibili alle operazioni incriminate.

L’utilizzo delle false fatture nelle dichiarazioni fiscali ha consentito alla società berica l’indebita deduzione di costi per circa 225 mila euro, con un’evasione ai fini delle imposte sui redditi (IRES) pari a circa 45 mila euro, nonché una indebita detrazione di I.V.A. pari a circa 49 mila euro. Le Fiamme Gialle di Vicenza hanno provveduto a sequestrare sui conti correnti intestati al liquidatore (D.B.), liquidità per un valore pari a quasi 8.000 euro, quote sociali detenute dallo stesso liquidatore nella società, per oltre 33.000 euro e, per la restante parte, pari a circa 53.000 euro della quota di un’unità immobiliare di proprietà al 50% del liquidatore.

Complessivamente, i beni sequestrati ammontano a euro 94 mila, pari all’ingiusto profitto conseguito derivante dall’imposta complessivamente evasa. L’intera operazione delle Fiamme Gialle si è sviluppata facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria esercitate, sotto il profilo penale, con il sequestro preventivo per 2 equivalente del patrimonio della società, nei limiti del profitto dell’attribuito reato di evasione, finalizzato all’acquisizione a vantaggio dello Stato dei beni tramite la confisca, che è obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna dell’indagato.

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