Licenziamenti all'Agno Chiampo Ambiente: "Nessuna conciliazione"
Fumata nera all'incontro in prefettura tra il consiglio di amministrazione dell'azienda e i rappresentanti dei lavoratori che lamentano "un atteggiamento poco costruttivo"
Vigilia di Natale poco fruttuosa per i lavoratori di Agno Chiampo Ambiente: "Il consiglio di amministrazione persiste nell'atteggiamento poco costruttivo verso i lavoratori e i loro rappresentanti" lamentano i rappresentanti sindacali.
"Un incontro deludente, nessuna novità rispetto a quanto richiesto in materia di licenziamenti individuali, relazioni sindacali, futuro dell'azienda, l'organizzazione interna, i carichi di lavoro ed il piano industriale - proseguono Agostino Di Maria, Cgil, e Laura Chioccarello, Cisl - L'incontro è stato un continuo attacco alle organizzazioni sindacali da parte di tutti i componenti del consiglio di amministrazione, supportati dal sindaco di Brendola e dal sindaco di Montecchio con l'appoggio del vicesindaco e dall'assessore al bilancio. Un'azienda a conduzione familiare senza nessuna
prospettiva, abbandonata dagli altri soci e destinata a soccombere sotto i colpi del mercato che avanza. La gestione è ormai dominio dei sindaci di Brendola e Montecchio" è l'accusa.
"Per il presidente di ACA, confrontarsi con il sindacato sulle prospettive industriali, sugli investimenti e quindi discutere del futuro di questa azienda è “mettere in piazza segreti industriali” - continuano - Queste dichiarazioni bastano per misurare la levatura “industriale” di questa
azienda e comprendere che nessun confronto sarà mai possibile per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti e dare un futuro e sicurezza ai lavoratori, all'azienda e ai cittadini.L' unico obbiettivo di risparmio per l'azienda è lo sfruttamento dei lavoratori, licenziando quelli scomodi o poco inclini al “Supremo Re” e caricando di lavoro tutti gli altri".
"Siamo sicuri che il licenziamento dei tre lavoratori non garantirà più i livelli di qualità ed efficienza dei servizi erogati da ACA, con conseguente richiesta da parte dei comuni di integrazione degli organici - concludono i sindacati -Anche il Prefetto ha preso atto dell'indisponibilità dell'Azienda a trovare un punto d'incontro ed ha chiuso il verbale con la mancata conciliazione.Adesso le organizzazioni sindacali proclameranno lo stato di agitazione del personale con le relative conseguenze a danno dei cittadini. Chiediamo però ai sindaci che i disagi che i cittadini subiranno e i relativi costi che l'azienda sopporterà per la garanzia del servizio, siano addebitati ai veri autori dello stato di malessere del personale ovvero al CDA".