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Economia

Infortunio mortale sulla Pedemontana: 1000 lavoratori incrociano le braccia

A seguito della notizia della morte dell'operaio folgorato circa un migliaio di addetti in tutto il cantiere vicentino della Pedemontana ha interrotto l’attività e domani si terrà un presidio dei lavoratori

Alla notizia del tragico incidente sul lavoro che è costato la vita al 37enne Gianfranco Caracciolo, morto folgorato mentre operava dentro alla benna di una ruspa, oltre un migliaio di lavoratori hanno sospeso la propria attività su tutto il cantiere della Pedemontana, nel Vicentino e non solo. E proprio per richiamare l’attenzione sul tema venerdì presso il cantiere si svolgerà un presidio dei lavoratori.

«Quello di oggi - sottolinea Riccardo Camporese, segretario Ust-Cisl Vicenza - è l’ennesimo incidente mortale che avviene nel cantiere per la costruzione della Pedemontana. Presso la SIS, nell’impianto di betonaggio, oggi un altro morto sul lavoro. Al di là delle dinamiche e degli accertamenti sulle responsabilità, compito di Magistratura, Spisal e Carabinieri, non si può morire a 34 anni. Non si può all’interno dei cantieri assistere allo stillicidio continuo di vite umane spezzate, basta! Siamo ad oggi, in 24 giorni dall’inizio dell’anno, a 35 morti sul lavoro in Italia. Non è più tollerabile che succedano questi incidenti, non è tollerabile che la cultura della sicurezza non sia profondamente radicata nelle imprese, nei lavoratori, in tutti i soggetti che sono preposti a vigilare sul rispetto delle norme. Se un lavoratore sbaglia deve essere immediatamente ripreso e ricondotto a una modalità di lavoro in sicurezza, se un’azienda sbaglia deve essere immediatamente obbligata a mettere in sicurezza le proprie lavorazioni. Tolleranza zero: questo deve essere lo slogan per lanciare una nuova e forte campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza del lavoro. ».

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