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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Fondo indennizzi bancari, è guerra tra le associazioni dei risparmiatori

Dopo le bacchettate del coordinamento Ezzelino da Onara a «Noi che credevamo nella BpVi...» quest'ultima ribatte: «Portale Consap ok? Non è vero. E poi chiediamo lumi sulla nomina del sottosegretario all'economia Baretta»

«La nostra associazione ha scopi ben più nobili di quelle che prendono un gettone per ogni pratica inoltrata alla piattaforma per gli indennizzi bancari. Il nostro compito è quello che ogni pratica sia inserita in modo corretto e che l'iter vada a buon fine». Non usa mezzi termini Luigi Ugone, presidente de «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza e Veneto banca». Ugone replica così alle accuse che gli erano piovute addosso stamani quando un'altra associazione veneta che si occupa di risparmio tradito, il Coordinamento Ezzelino da Onara, aveva criticato duramente le bacchettate indirizzate nei giorni scorsi da Ugone alla piattaforma della società statale Consap, piattaforma che secondo la legge di bilancio dello scorso anno dovrebbe fungere da collettore unico delle richieste di indennizzo previste dalla legge stessa, norma che ha istituito il Fir, ovvero il Fondo indennizzo risparmiatori. «L'inserimento delle pratiche sta funzionando a dovere, non capiamo gli allarmismi lanciati da altri gruppi» aveva fatto sapere poche ore fa per l'appunto Patrizio Miatello, portavoce appunto del coordinamento Ezzelino da Onara.

L'uscita di quest'ultimo però non è passata inosservata tanto che Ugone durante il pomeriggio di oggi 16 settembre ha immediatamente contrattaccato con parole di fuoco: «Perché le domande siano inserite correttamente e perché non presentino errori formali tali da invalidarle, rischio assai concreto peraltro, è necessario che il portale di Consap sia efficiente, intellegibile e trasparente. Quel portale non sta funzionando bene, ne ha dovuto prendere atto la stessa Consap. Le sparate su quante pratiche la tal associazione abbia inviato a Roma per via telematica a noi non interessano, forse interesseranno a qualche marchettaro pagato a cottimo. Costoro però non abitano nella nostra casa. Le disfunzioni di cui ci siamo lamentati nei giorni scorsi rimangono, tanto che in queste ore lo abbiamo ribadito sempre ai vertici di Consap. Di che cosa stiamo parlando quindi?».

Ugone tre l'altro fa sapere che la battaglia portata avanti da «Noi che credevamo...» non si esaurisce «in questo scorcio di fine settembre» e che il gruppo «è pronto a far sentire la sua voce ovunque sia possibile. Rispetto a questa inquietante vicenda - prosegue il portavoce - c'è qualcosa di poco chiaro a partire dalla recentissima nomina quale sottosegretario all'Economia del democratico Pier Paolo Baretta tanto che noi - conclude il presidente - abbiamo intenzione di fare luce in tal senso». Si tratta di parole precise perché Baretta quando ricoprì il medesimo incarico di sottosegretario sino alla primavera del 2018 nel periodo in cui a palazzo Chigi governava una coalizione guidata dal centrosinistra col supporto di ampi settori del centrodestra, Lega esclusa, Baretta venne più volte bollato da chi allora sedeva all'opposizione, M5S e Lega in primis, come uno dei più fieri alleati del sistema bancario che in qualche modo aveva posto le basi per il collasso delle ex popolari venete e non solo venete. Il fatto di averlo ritrovato dopo la crisi di governo in via XX Settembre in una alleanza tra M5S e Pd non è un fatto che non è passato inosservato nella galassia dei risparmiatori veneti i quali a Baretta non avevano lesinato critiche al vetriolo.

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