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Economia Arzignano

Fanghi conciari: deserto il bando per l'impianto di trattamento

L'ipotesi progettuale da mezzo miliardo di euro distillata da Acque del Chiampo su input della giunta della città del Grifo non ha avuto riscontro. Ora si apre una nuova fase in cui per la soluzione del problema dei reflui si potrebbero sondare anche altre strade

«Nonostante si fossero registrati ben quindici possibili operatori» e nonostante «ben tre richieste di proroga concesse nel tempo» alla fine, la gara europea del valore «di ben 530 milioni di euro» per la gassificazione dei fanghi dell'industria conciaria predisposta «da Acque del Chiampo spa» su input del comune di Arzignano «è andata deserta». Sono queste le parole usate da Giovanni Fracasso, assessore all'ambiente nella città del Grifo in provincia di Vicenza nonché dal sindaco Alessia Bevilacqua, in un laconico dispaccio pubblicato ieri 6 luglio sul bollettino notizie municipale. La novità, spiegano ancora i due ha portato la giunta ad una riflessione. «Serve un importante cambio di visuale - si legge - per attuare subito azioni di miglioramento per il recupero e separazione degli inquinanti, ridurre le quantità e migliorare la qualità del rifiuto conciario passando per un fondamentale abbattimento del cromo» che oggigiorno è ancora il componente principe per la lavorazione conciaria. La novità resa pubblica dalla giunta arzignanese si colloca in un contesto particolare soprattutto perché attorno alla necessità di realizzare o meno un impianto di trattamento dei fanghi, che gli ecologisti temono sia «un semplice e temibilissimo inceneritore» si innesta da mesi una politica molto aspra. Da una parte ci sono le forze produttive che spingono per l'inceneritore «o termovalorizzatore» come è chiamato dai suoi sostenitori. Sul fronte avverso si colloca invece chi predica prudenza anche in ragione di una situazione ambientale che nell'Ovest vicentino da anni è critica. Ora bisognerà capire quali siano i motivi per cui nessuna impresa ha deciso di partecipare al bando. Tra le ipotesi ventilate nelle settimane passate ci sarebbe quella relativa alla rigidità del bando stesso. La giunta di Arzignano infatti avrebbe chiesto e ottenuto da Acque del Chiampo (il consorzio intercomunale in cui la città del Grifo ha un peso prevalente) di optare per una formula in cui fossero fissati «rigorosi paletti ambientali e contrattuali» nei confronti dei soggetti che volessero cimentarsi in una impresa economica importante in modo da lasciare all'ente pubblico ampi margini sia: sull'iter per identificare concretamente la natura tecnica dell'impianto, sia in termini di sorveglianza sulla struttura una volta in esercizio. Ora che il bando è andato deserto la partita ricomincia da capo ma l'orizzonte è mutato e non è detto che l'impianto sarà l'unica soluzione al vaglio.

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