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Economia

Crisi e immigrazione: "Niente abbandono in massa del Veneto"

Secondo il XXIII Rapporto Immigrazione 2013 dalla Caritas Italia e dalla Fondazione Migrantes, la frenata economica ha interessato anche le famiglie immigrate che però anziché rimpatriare come previsto dagli esperti hanno rivisto il loro modo di vivere

E’ stato presentato giovedì 30 gennaio a Roma il XXIII Rapporto Immigrazione  2013 dalla Caritas Italia e dalla Fondazione Migrantes sulla situazione degli immigrati in Italia in seguito all’avvento della crisi economica.

LA SITUAZIONE. Nella Vicentino sono presenti 94.584 migranti, che collocano Vicenza al terzo posto in Veneto per numero di immigrati: prima di lei ci sono Verona e Treviso. Nella regione sono quasi 340mila gli occupati, così ripartiti: 20,4% romeni, seguono i marocchini (8%) e i cinesi (6,6%), poi, albanesi (6.3%) e moldavi (6%). I titolari d’impresa d’origine immigrata sono 25.493, l’8,4% del totale nazionale, segno che nel corso dell’ultimo ventennio i migranti sono arrivati in Veneto  attratti proprio da una domanda di lavoro costante grazie alla presenza dell’industria manifatturiera ed edilizia. Proprio questa varietà ben distribuita sul territorio, ha fatto sì che la presenza delle famiglie straniere si diffondesse in modo omogeneo.

LA CRISI E IL CAMBIO DI VITA. Con la crisi in cinque anni la caduta occupazionale ha bruciato oltre 50mila posti di lavoro: 8mila quelli stranieri, con il Vicentino una delle province più colpite. Una situazione che non ha provocato l’esodo di massa dal Veneto e dall’Italia che molti prospettavano quanto piuttosto: rientri temporanei e prolungati di parte della famiglia; migrazioni transnazionali, passando di stato in stato all’interno dell’Ue; migrazioni circolari o quasi pendolari, soprattutto per i comunitari; e il tentativo, comune alle famiglie italiane, di ridurre le spese sperando che la situazione migliori.

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