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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Caso banche, nubi nere su Veneto e Puglia

Mentre i risparmiatori accusano il parlamento di sbarrare la strada ad una commissione che faccia chiarezza sui rovesci degli istituti l'avvocato vicentino Bertelle punta l'indice sulla giustizia berica

La presidenza della commissione bicamerale per i crac bancari non si sblocca e i risparmiatori veneti puntano l'indice contro la politica della capitale, accusata di intralciare chi intende fare chiarezza su una serie di dossier pesanti. È questo alla grossa il succo di un video messaggio diramato ieri 18 ottobre da Luigi Ugone, presidente della associazione «Noi che credevamo nella BpVi e in Veneto banca».

Più nello specifico il vicentino Ugone lancia una serie di strali contro coloro che hanno criticato il senatore del M5S Elio Lannutti tanto da impedire di assumere da parte di quest'ultimo la carica di presidente della commissione banche. Si tratta di una posizione molto delicata che secondo gli equilibri parlamentari spetterebbe al M5S. Il problema però è che due potenziali candidati considerati da alcune associazioni un punto di riferimento sono stati messi da parte perché, questa la motivazione circolata nella capitale, poco graditi al Pd ed ai renziani di Italia viva (oggi alleati di governo nel M5S), poco graditi a Fi e soprattutto poco graditi a Bankitalia. La prima volta ad essere messo da parte era toccato a Luigi Paragone: il tira e molla era andato avanti per mesi. Poi è toccato a Lannutti preso di mira per un possibile conflitto di interessi in relazione al fatto che il figlio lavora in un istituto di credito che potrebbe essere oggetto del lavoro della commissione. Ugone però non ci sta e affonda il coltello: «che cosa si sarebbe dovuto dire allora della condotta dell'ex ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi? Come si permette Boschi che ha alle spallo cotanto passato di criticare Lannutti?». Il riferimento è all'interessamento di quest'ultima, quando era un membro del governo Renzi, per le sorti della banca nel cui management figurava il padre.

Ma c'è di più, sempre con un videomessaggio su YouTube due giorni fa Ugone era tornato a lamentarsi dell'iter per gli indennizzi che i risparmiatori colpiti dal collasso delle ex popolari venete stanno affrontando. Un iter tanto farraginoso da mettere a rischio proprio la possibilità di ottenere un ristoro. E non è finita perché il 16 dicembre Ugone aveva pure puntato il mirino della sua associazione contro le possibili opacità che potrebbero celarsi dietro il salvataggio della Banca popolare di Bari. In questo frangente l'associazione berica aveva esortato i risparmiatori pugliesi ad unire le forze in una battaglia comune per salvare il risparmio tradito

Ad ogni modo la tensione sul fronte banche rimane alta. Perché non c'è solo il fronte pugliese. A Vicenza per esempio da settimane procede senza intoppi il processo per il collasso della BpVi che vede tra i principali indagati Gianni Zonin. Secondo l'avvocato maladense Renato Bertelle, «che difende un gruppo di risparmiatori traditi», il processo sta facendo emergere una serie di responsabilità molto precise in tema di operazioni baciate, ossia quelle operazioni vietate dalla norma che impediscono alle banche di concedere prestiti a fronte dell'acquisto di azioni della banca stessa.

Nonostante questo in una lunga intervista rilasciata alle telecamere di Vicenzatoday.it Bertelle bacchetta senza peli sulla lingua la magistratura berica che negli anni avrebbe tenuto una condotta non irreprensibile nei confronti della galassia BpVi. Si tratta di una critica rivolta anche alla procura generale di Venezia e soprattutto al Csm: accusato di essere stato troppo poco incisivo quando si è trattato di scavare nei meandri di Borgo Berga.

GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA A RENATO BERTELLE

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