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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Banca popolare di Vicenza, maxi buonuscite per i vertici nel 2015

E' 5 milioni di euro, la liquidazione complessiva dei cinque ex top manager della Bpv. Altri 2,7 milioni sono stati versati bonus d'ingresso una tantum a sei dirigenti, inclusi l'ad. Francesco Iorio e il vice direttore Jacopo De Francisco. L'assemblea ha respinto la richiesta di azione di responsabilità verso i vecchi manager che hanno depredato l' istituto di credito veneto

L’assemblea degli azionisti di Banca Popolare di Vicenza, la prima assise da società per azioni, ha approvato il bilancio consolidato del 2015 con il voto favorevole dell'89,52% del capitale intervenuto, quello contrario del 6,2% e l'astensione del 4,27%. Nel 2015 la Banca Popolare di Vicenza ha chiuso l'esercizio con una perdita di 1,4 miliardi e con un crollo del valore delle azioni di circa 119 mila soci. Nonostante ciò, i compensi incassati dai vertici non sono stati minimamente sforbiciati.

Infatti, l'amministratore delegato, Francesco Iorio, in carica dallo scorso 1 giugno, ha ricevuto 2,678 milioni di euro, di cui 1,8 milioni come bonus d'ingresso una tantum. Il vice direttore generale, Jacopo De Francisco, in carica dal 22 giugno 2015, ha percepito 1,02 milioni di euro, di cui 700 mila anche in questo caso come bonus d'ingresso una tantum. Per quanto riguarda l'ex presidente di Bpv,  Gianni Zonin, ha incassato 1,01 milioni.

 Dalla relazione sulla remunerazione emerge che l'istituto ha pagato 2,675 milioni di euro di bonus d'ingresso una tantum a sei dirigenti, inclusi i già citati Iorio e De Francisco, e 5,2 milioni di euro di buonuscita a cinque ex dirigenti. La liquidazione più consistente, pari a 4 milioni di euro, è stata riconosciuta all'ex amministratore delegato, Samuele Sorato, che ne ha incassati già due e incasserà gli altri due, spalmati nei prossimi tre anni.

La stessa assemblea ha inoltre respinto la proposta di promuovere un'azione di responsabilità nei confronti di quegli amministratori, sindaci e direttori generali che dovessero essere individuati come responsabili del dissesto dell'istituto berico. Ha votato a favore dell'azione di responsabilità il 38,05% del capitale intervenuto, contro il 18,64% mentre si è astenuto 43,29%.

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