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Agricoltura in Veneto, anno nero per disoccupazione e aziende

Stando ai dati raccolti da Veneto Agricoltura, nel 2013 la flessione del numero di lavoratori è stata addirittura del 14%, mentre quello delle imprese del 6%. Produzioni meglio, grazie al clima migliore

“Il crollo dell’occupazione nel settore agricolo veneto è un segnale molto preoccupante”. A dare l’allarme è il vicepresidente della commissione regionale Agricoltura Graziano Azzalin che, a fronte dei dati elaborati dai tecnici di Veneto Agricoltura sull’andamento tendenziale del settore agroalimentare veneto nel 2013 illustrati oggi come consueto anticipo della presentazione del Report consuntivo che avverrà a giugno, sottolinea come “sia necessario attivarsi subito”.

AGRICOLTURA IN CRISI, COLDIRETTI C'E'

LAVORATORI E IMPRESE. “I dati relativi all’occupazione – spiega Azzalin – sono minacciosi: la flessione del numero dei lavoratori nell’agricoltura veneta rispetto al 2012 è pari al -14,6%, nettamente superiore a quella nazionale -4,8% e al dato generale sulla perdita di occupazione che in Italia è -2,2% e in Veneto del -2,7%. In generale, si legge nel rapporto di Veneto Agricoltura, ‘diminuiscono in maniera più accentuata gli occupati dipendenti (-16,3%), rispetto agli indipendenti (-13,6%), gli uomini (-15,1%) rispetto alle donne (-13,1%). L’andamento è fortemente influenzato dalle avverse condizioni meteorologiche, sono numeri che non possono essere sottovalutati. Preoccupante anche la contrazione del numero delle imprese, con un -6,3% rispetto allo stesso periodo del 2012. La cartina di tornasole di una crisi che arriva a toccare pesantemente anche l’agricoltura è dato dal crollo dell’occupazione, sulla quale bisogna avviare azioni tempestive”.

PRODUZIONI. Per quanto riguarda la produzione il reddito, Azzalin evidenzia come “in realtà il 2013 è stato migliore del 2012, anche se ci voleva poco, visto che in quell’annata si è dovuto fare i conti con l’eccezionale siccità. Guardando ai singoli comparti, sempre in crescita il vino e la soia, cala la patata. Torna a sorridere il mais, prima produzione veneta con un aumento del fatturato del 23%, mentre crolla per il frumento, -20% quello tenero e ben -40 quello duro. La piovosità primaverile ha invece creato difficoltà alle semine della barbabietola da zucchero, con superficie e produzione scese di circa il 27%. Anche le colture orticole hanno risentito dell’andamento climatico anomalo, con cali produttivi del 40% per le patate, dell'8% per il radicchio, del 9% per la lattuga, del 7% per l'aglio e del -25% per l'asparago. Sostanzialmente stabile il settore carni, così come la pesca, che tuttavia ha perso nel corso del 2013 altre 14 imbarcazioni della propria flotta ed ha visto le catture scendere del 6,2%. A tenere a galla il settore, oltre ad un aumento dei prezzi, i risultati positivi della produzione di bivalvi in mare”.

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