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Le migliori osterie vicentine

Secondo la terza edizione, 2019, del volume Slow Food - Gambero Rosso ecco i locali dove "l'orgoglio nel rivendicare le proprie radici e saperle raccontare non indice crociate contro la modernità"

Presentata a Torino l'edizione 2019 di Osterie d'Italia di Slow Food, il vademecum al mangiar bene sulle tavole della tradizione italiana, con la sfilata delle insegne meritevoli che conquistano (o confermano) la Chiocciola, distintivo d'eccellenza sullo Stivale gastronomico. L'Osteria è la "territorialità tradotta in una rete di prossimità che rende unica la proposta di ciascuna tavola, la professionalità al servizio di un'ospitalità che non trascura il calore umano, l'orgoglio nel rivendicare le proprie radici e saperle raccontare, senza per questo indire crociate contro la modernità, e anzi accomodandosi proprio nel mezzo a quella modernità di cui anche una tavola tradizionale può farsi ambasciatrice, a patto di credere nella propria identità".

"Non insegue le mode, ma spesso le anticipa”; più discutibile, o almeno non discriminante a nostro giudizio, l'idea per cui l'osteria contemporanea “non ha menu degustazione”.

Bene il Veneto, con ben 23 tra i locali 279 insigniti, abbastanza bene la provincia di Vicenza, con 4 chiocchiole, male la città, con nessuna "osteria" degna di questo nome. 

Ecco i locali segnalati 

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