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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Madri e figlie picchiate senza pietà: tre gli alert in un giorno ma nessuna donna denuncia

Episodi analoghi, perpetrati nella sola giornata di Ferragosto: donne bersaglio dell'ira di uomini che le colpiscono con una violenza bruta ma nonostante le ferite decidono di "proteggere" i loro aggressori

Donne vittime di violenza. Tre sono state le richieste di intervento arrivate alla Centrale operativa della Questura berica nella sola giornata di Ferragosto.

Primo episodio

La prima è arrivata da un cittadino che si trovava a passare in viale Milano e riferiva agli agenti di aver davanti a sé una donna straniera che si lamentava di essere stata picchiata dal marito. Una volante si è precipitata sul posto e gli agenti hanno trovato la donna, seduta sul marciapiede ed in evidente stato di gravidanza, che lamentava forti dolori all’addome, al costato ed alla zona lombare.

La donna, che non comprendeva la lingua italiana, è stata soccorsa anche grazie all’aiuto di altre due persone che si sono fermate per prestarle soccorso, e che si sono prestati a tradurre quanto le dicevano gli agenti. La vittima, che aveva con sé 2 figli minori di 3 e 5 anni, ha riferito di essere stata picchiata, con calci e pugni all’addome e in altre parti del corpo, dal marito, che tutto era iniziato la sera prima, quando, dopo essere stata percossa dal marito era rimasta sul marciapiede davanti a casa fino alle 3.00 del mattino, di essere rientrata in casa dopo avere supplicato quest’ultimo e, quindi, di essere stata nuovamente buttata dall’appartamento fuori alle 8 quindi, era rimasta dolorante sul marciapiede fino a quando un passante ha chiamato la Polizia. La donna è stata quindi portata al Pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo, ove è tutt’ora ricoverata in osservazione. 

Secondo episodio

La seconda richiesta di intervento è arrivata poco dopo le 14 da parte del personale sanitario del Pronto soccorso dell’Ospedale San Bortolo, che riferiva la presenza una donna straniera che diceva di essere stata percossa dal marito. Violenza iniziata la sera del 14 agosto, momento in cui il marito era rientrato a casa dal lavoro e, per motivi non meglio precisati fa sorgere una discussione. Dall'aggressione verbale alla violenza fisica.

La donna ha riferito di essere stata colpita ripetutatamente con la scarpa antinfortunistica provocandole la fuoriuscita di sangue dal naso, per poi essere colpita con calci e pugni. Da qui la richiesta di aiuto al 118 poi annullata. La mattina del 15 agosto, una sua amica, che era venuta a conoscenza di quanto accaduto, l'ha quindi accompagnata al Pronto soccorso insieme alla figlia di 11 anni presente alla scena, e le sono stati diagnosticati 15 giorni di prognosi per la guarigione.

Terzo episodio

La terza chiamata è arrivata poco dopo le 15 da parte del personale del Pronto soccorso, che chiedeva l’intervento della Polizia per una minore di 15 anni che aveva dichiarato di essere stata poco prima picchiata violentemente dal padre, e che non era la prima volta. In questa occasione il genitore, dopo aver richiamato la figlia per non avere rimesso in ordine la propria camera, aveva aggredito fisicamente la ragazzina, causandole diverse abrasioni ed ematomi sul corpo.

Tutte e tre le donne non hanno voluto procedere alla denuncia nei confronti di coloro che le hanno picchiate, ma si sono riservate di farlo eventualmente in seguito.

 “La violenza di genere, oltre a rappresentare una forma di reato particolarmente odiosa in quanto commessa a danno di vittime spesso non in grado di potersi difendere, rappresenta un grave problema culturale – ha evidenziato il questore della Provincia di Vicenza Paolo Sartori – La Polizia di Stato rappresenta uno snodo fondamentale di una rete composta da Istituzioni, Enti locali, Centri antiviolenza ed Associazioni di volontariato, ed è da sempre in prima linea, anche con Progetti specifici, nell’incoraggiare una cultura della parità di genere, dell’uguaglianza e del rispetto delle libertà, con lo scopo di eliminare retaggi culturali e discriminazioni, nonché con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.

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