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Cronaca

Musei civici, indagine del Comune sulle nomine

Dopo la deflagrazione del caso Villa l’indiscrezione è circolata nelle prime ore della mattinata. A palazzo Trissino starebbero setacciando gli incarichi dell’era Variati: «no comment» dell’assessore agli affari legali

L’amministrazione comunale di Vicenza avrebbe avviato una serie di accertamenti per verificare se nell’ambito dell’incarico conferito illo tempore al professore Giovanni Carlo Federico Villa quale direttore dei musei civici si possa essere in qualche modo annidata qualche condotta tanto scriteriata da procurare a palazzo Trissino un danno erariale.

L’indiscrezione è cominciata a circolare stamani dopo che i media avevano dato ampio risalto alla vicenda, distinta ma parallela, della maxi sanzione che la Guardia di Finanza ha inflitto ad alcune società che avrebbero ingaggiato l’accademico lariano di natali torinesi, senza che il datore di lavoro del docente, ovvero l’università di Bergamo, avesse autorizzato tali incarichi esterni presso tre diverse società.

Più nel dettaglio gli uffici di palazzo Trissino si starebbero chiedendo se eventuali emolumenti accordati «all’istruttore direttivo» dei musei, la ricercatrice Chiara Signorini, costituiscano in qualche modo un compenso non sostanziato da basi giuridiche solide.

Il motivo? La Signorini infatti sarebbe stata scelta da una commissione presieduta dallo stesso Villa seguendo un iter non del tutto chiaro, sul quale peraltro nel dicembre del 2017 avevano acceso i riflettori anche la procura berica e la Guardia di Finanza . Di più, se in qualche modo la presenza di Villa quale manager pubblico non è stata autorizzata pienamente dal suo datore di lavoro, ovvero l’università di Bergamo, allora una serie di atti scaturiti dall’operato e attorno all’operato di Villa sarebbero a rischio di legittimità, comprese le selezioni del personale. Il quale personale di conseguenza avrebbe potuto percepire emolumenti non dovuti (va precisato ad ogni modo che Villa ha sempre sostenuto di lavorare gratuitamente per il comune).

Questa è l’ipotesi che in qualche modo sarebbe al vaglio di alcuni funzionari dell’area legale e contabile di palazzo Trissino. I quali più segnatamente starebbero anche vagliando le autorizzazioni che lo stesso Villa avrebbe o non avrebbe ottenuto dall’università di Bergamo affinché nel 2015 assumesse appunto l’incarico di direttore dei musei civici berici. La legge in questo senso è chiara e stabilisce che il dipendente di un ente pubblico o ad esso assimilato deve ottenere il nulla osta del suo datore di lavoro per ambire ad un incarico esterno.

Per vero va ricordato appunto che Villa ottenne la carica di direttore dei musei civici vicentini durante la precedente consiliatura quando a palazzo Trissino governava il centrosinistra e sindaco era il democratico Achille Variati, grande sponsor politico di Villa. Quest’ultimo poi, stando ai media locali , la scorsa estate avrebbe annunciato l’abbandono della sua carica di direttore del sistema museale cittadino.

Peraltro il docente in una precisa fase storica, era il periodo attorno al 2015, anche grazie alla sua veste di manager pubblico presso i musei cittadini, ottenne un ruolo di primo piano presso il cda della Fondazione Roi, che poco prima era entrata nel pieno del ciclone dell’affaire Zonin- BpVi. Dei rapporti tra l’allora sindaco di Vicenza, la Fondazione Roi e il professore Villa, si occupò anche la testata Vicenzapiu.com che con l’allora giunta Variati ingaggiò un vero e proprio duello mediatico che culminò con due servizi uno del 10 gennaio 2018 e uno del 16 gennaio 2018 .

Ora non è chiaro se l’accertamento sulla condotta del duo Villa-Signorini, sempre che l’indiscrezione sia confermata, sia partito durante il mandato del sindaco Variati o durante il mandato del suo successore Francesco Rucco, in carica dal giugno del 2018 e a capo di una coalizione di centrodestra. E non è chiaro se l’eventuale pratica sia partita spontaneamente su iniziativa di corso Palladio o se sia partita in ragione degli atti che la GdF inevitabilmente, quando indaga su questioni attinenti alla condotta degli enti pubblici, invia agli stessi enti.

Va precisato peraltro che eventuali pratiche di questo tenore, di massima, si incardinano su input degli uffici proprio in relazione alle distinzioni dei ruoli previsti dalla legge tra funzionari e amministratori eletti o di nomina politica.

Ad ogni modo chi scrive ha chiesto immediatamente un chiarimento all’attuale assessore agli affari legali della giunta Rucco, ovvero alla dottoressa Isabella Dotto. La quale però in una nota diramata poche ore fa ha spiegato che «non intende commentare la notizia».

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