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Cronaca

Vicenza, attacco hacker da migliaia di euro: giallo sulle mail violate

Scoperto dalla polizia una truffa da minimo 20mila euro. Su un conto corrente a nome falso aperto nella filiale cittadina della Unipol Banca venivano dirottati i bonifici fatti dai clienti ad alcune ditte. Ma la dinamica è tutta da chiarire

Sono molti i punti oscuri della truffa informatica che ha colpito diverse aziende in tutta Italia e la cui base è propio il capoluogo berico. Nella filiale vicentina della Unipol Banca in corso San Felice e Fortunato qualche mese fa un individuo 38enne qualificatosi con nazionalità slovacca e risidente a Vicenza - ma il codice fiscale e carta di identità erano falsi - ha infatti aperto un conto corrente bancario.

Nei giorni scorsi una denuncia è arrivata in questura con la segnalazione di una serie di movimenti sospetti in quel conto. E dalle indagini è risultato che lì finivano i soldi che molti clienti, da svariate ditte in tutta Italia, credevano di pagare al fornitore per i lavori effettuati.

LA DINAMICA DELLA TRUFFA 

Secondo le prime ricostruzioni della polizia di Stato il meccanismo della truffa avveniva per via informatica. Le ditte, di picoole medie dimensioni, mandavano la fattura al cliente attraverso un servizio di mail non certificato (come Google o Virgilio). La mail, contenente le indacazioni per il pagamento, non arrivava però subito a destinazione in quanto veniva intercettata dagli hacker che prima di rispedirla al mittente cambiavano il numero dell'IBAN, mettendo quello del conto corrente delle Unipol intestato al truffatore. 

I clienti, ignari della situazione, saldavano così il sospeso non all'azienda bensì a un ignoto che si intascava i soldi. In pochi giorni il trucchetto ha fruttato ai malviventi ben 20 mila euro che, secondo la ricostruzione, sono stati prelevati in contanti, messi in carte ricaricabili o indirizzati a cittadini stranieri. Le aziende, tutte di piccole dimensioni, e i loro clienti non hanno sede a Vicenza e nessuno si è accordo dell'inganno fino a questa mattina quando la polizia ha cominciato a fare domande. Le ditte colpite si trovano a Napoli, Caserta, Torino, Bergamo e Andria. 

Gli inquirenti vicentini sono al lavoro per chiarire meglio una vicenda che potrebbe anche avere altre implicazioni e che pone diverse domande. Ad esempio: come facevano gli hacker a sapere delle transizioni di aziende così piccole? E, sopratutto, resta il mistero di micro-bonifici presenti nel conto corrente fasullo e provenienti da diversi privati: versamenti da un euro, da 50 e addirittura 10 centesimi. 

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