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Cronaca

Vicenza, prostituzione: boom di nigeriane giovanissime sulle strade

Presentanti dall'assessore Isabella Sala e dalla responsabile Roberta Amore i risultati del progetto Nave che si occupa di tratta di esseri umani. Vicenza prima in Veneto per presenza di trans. Diciassette le ragazze sin qui "salvate"

Dietro la tragedia di tante giovani nigeriane - alcune anche minorenni - costrette con le minacce ad offrire il loro corpo sulle nostre strade vi sono debiti giganteschi verso organizzazioni criminali. Si parla di 25-30mila euro che ogni donna africana ridotta in schiavitù deve a chi l'ha portata in Europa con altre prospettive. 

Il tema della tratta, in particolare quella sessuale, è da un anno al centro  del progetto NAVE (acronimo di Network anti-tratta Veneto), finanziato un anno fa con 1.300.000 euro dal Ministero delle Pari Opportunità con contributi anche da Regione Veneto (140.000 euro), Save the Children, Fondazione Cariparo.

L'assessore comunale Isabella Sala ha annunciato mercoledì a Palazzo Trissino che il progetto continua con lo stanziamento di altri 1.600.000 euro per i prossimi 15 mesi. Un progetto presentato nel dettaglio dall'operatore dell'unità di crisi vicentina Roberta Amore.

"Sono state 178 le persone contattate in strada nel Vicentino - ha spiegato D'Amore - Abbiamo potuto constatare un notevole aumento delle nigeriane e un abbassamento della loro età media da quasi 25 anni a soli 20 anni. Sono anche le più indebitate. I trans - che a Vicenza sono al primo posto nel Veneto - sono tendenzialmente meno pressati dalla criminalità, hanno debiti inferiori e un'età che spesso va dai 30 anni in su.

Per 48 di queste persone è emerso in modo chiaro che si tratta di possibili vittime di tratta perché reclutate nel Paese d'origine, arrivate in Europa con un viaggio gestito da un'organizzazione criminale, oppresse da un debito da pagare a tale organizzazione. 17 di loro per le quali è stato appurato lo sfruttamento, hanno accettato, non senza paure e difficoltà, di entrare in programmi di protezione sociale che, attraverso l'ospitalità in strutture protette, la partecipazione a progetti di integrazione linguistica e a tirocini formativi, le condurranno ad una nuova vita".

VIDEO INTERVISTA A ROBERTA AMORE

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