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Cronaca

Vicenza, piede diabetico: al San Bortolo un nuovo approcio

La novità coinvolge potenzialmente circa 34 mila vicentini affetti da diabete con l'obiettivo di effettuare una diagnosi precoce e ridurre l'incidenza delle amputazioni

L'ospedale San Bortolo di Vicenza lancia un nuovo approcio, detto multidisciplinare, per il trattamento del piede diabetico

Il diabete mellito è una patologia in continua crescita anche nel nostro territorio; nell’ULSS 8 Berica la prevalenza calcolata nel 2016 è del 6.8 % che significa 34.000 malati. Il piede diabetico è una delle complicanze più temibili di questa malattia ed è la prima causa di ospedalizzazione in un paziente diabetico. Circa il 20% dei pazienti nel corso della loro vita presenteranno una ulcera agli arti inferiori. Ogni anno circa il 2% dei pazienti presenta un’ulcera agli arti inferiori di severa entità, circa 700 pazienti.

Dato che le amputazioni d’arto sono quasi sempre precedute da un’ulcera degli arti inferiori (nell’85% dei casi) una corretta gestione multidisciplinare del problema può portare ad una riduzione di questa invalidante complicanza.

Nel 2016 sono state eseguite a carico di pazienti diabetici residenti nell’ULSS 8 Berica 70 amputazioni minori con un tasso di 14 amputazioni/100.000 residenti/anno e 9 amputazioni maggiori con un tasso di 1.8 amputazioni/100.000 residenti anno.

Un’amputazione d’arto oltre alle pesanti ripercussioni sulla qualità della vita del paziente e dei familiari, causa una riduzione importante della spettanza di vita: circa il 20-30% dei pazienti muore entro un anno dall’intervento e tra il 50-80% muore entro 5 anni; la gravità di questa complicanza appare ancora più evidente se confrontata con la mortalità media a 5 anni per neoplasia maligna che è del 32%.

Un approccio multidisciplinare

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