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Cronaca

Vicenza, il consigliere che lotta contro il cancro, Sandro Pupillo: "In alto i cuori, viva la vita e forza Lane"

Sandro Pupillo, direttore generale presso la Società del Quartetto di Vicenza e consigliere comunale come capogruppo della Lista Civica "Variati Sindaco", ha scelto di raccontare la sua battaglia contro "la bestiaccia" su un blog, pupilsan.wordpress.com

"Dopo oltre un mese di silenzio eccomi nuovamente con un aggiornamento sulle mie condizioni di salute". E' il post del consigliere comunale Sandro Pupillo, nonché direttore della società del Quartetto, che ha scelto di raccontare la sua "lotta contro la bestiaccia" sui social. Riportiamo le sue parole, grazie alla sua disponibilità, perchè sono un grande messaggio di coraggio nei confronti di tutti quelli, malati e famigliari, che stanno vivendo questo dramma. Lo seguiremo con puntualità e, come dice lui, "In alto i cuori e viva la vita!"; noi aggiungiamo "Forza Sandro e forza Lane!". Questo è l'indirizzo del suo blog pupilsan.wordpress.com.

"Ci eravamo lasciati con la notizia dello slittamento del trapianto a causa della ripresa della malattia. Ho ricominciato, perciò, ai primi di giugno la terapia a base di triossido di arsenico che, in prima battuta, aveva dato buoni risultati. Purtroppo, invece, ultimamente non sta dando più i risultati sperati e la conferma è arrivata ieri dall’esame dell’agoaspirato midollare che il dott. Di Bona ha deciso di farmi con urgenza. Hanno stabilito, quindi, di ricoverarmi già oggi per aggredire con della chemioterapia la bestiaccia in modo tale che possa arrivare al trapianto con il midollo il più possibile libero da malattia. In questo periodo mi sento bene, sebbene il midollo è in costante sofferenza: piastrine e globuli bianchi sono sempre a terra per via della mia severa displasia midollare.

Durante questo ricovero, di un mese circa, dovrò affrontare, come scrivevo prima, una terapia tosta a base di arsenico e chemio. E’ stata suggerita dal dott. Francesco Lo Coco, uno dei maggiori esperti in campo ematologico a livello internazionale, soprattutto per quel che riguarda il mio tipo di leucemia, la promielocitica. L’indicazione è stata data per provare a pulire il più possibile il midollo in vista del trapianto. Alla fine di questo ciclo, molto probabilmente ne dovrò fare un altro a distanza di breve, ma questo lo vedremo alla fine di questo ciclo. Verrò seguito da una dottoressa che in questi mesi non ho mai conosciuto. Si chiama Maria Chiara Tisi e mi ha fatto una buonissima impressione. Stamattina poi, entrato in reparto, ho rivisto i volti di tante persone a me care! Sono molto sereno e determinato anche se non vi nascondo che alcune preoccupazioni le ho. Non sono legate a me, ma ai miei familiari e ai miei amici. Io, fin da subito, ho compreso la gravità della mia patologia ed è ormai da oltre un anno che cammino come un equilibrista su una fune che i medici tengono ben salda, ma che comunque è pur sempre instabile. Già alcune volte ha oscillato il maniera considerevole, rischiando di farmi precipitare, ma sono riuscito a restare sempre in piedi.

Ho metabolizzato alcune cose, anche il pensiero di morire, ma quello di lasciare soli i miei cari mi turba. Credo sia un bene familiarizzare con la morte. Perché la morte è umana ed alle volte è sorella quando le sofferenze e i patimenti sono disumani. Viviamo (ed è un privilegio!) in una parte di mondo che può permettersi di tenerla distante, di non solidarizzare con essa e di non rifletterci. Forse dirò una cosa un po’ forte, ma credo che sia proprio dalla morte, intesa come privazione di qualcuno o qualcosa, che nascano i più bei legami di solidarietà, di comunanza, di uguaglianza. Perché quando la morte, la sofferenza, i patimenti, le afflizioni sono lontani dalle nostre vite, ci sentiamo invulnerabili ed è molto più facile diventare aridi, egoisti, pavidi (homo homini lupus!). Ma un cuore che ha patito, che ha sofferto, che ha tribolato, è un cuore in cui il concetto di homo homini lupus, lascia spazio a quello di homo homini frater. Durante questi 16 mesi di malattia la mia seconda casa è diventata l’ospedale e volontari, operatori sanitari, infermieri e medici sono diventati una seconda famiglia. Tutto questo ha reso più lieve il mio percorso e non smetterò mai di ringraziarli. La malattia mi ha regalato dei legami stupendi e questi legami sono semi piantati, che resteranno indipendentemente da come andrà, e che mi auguro potranno dare frutti. Alcuni li sto già gustando, altri presto si concretizzeranno! Andrà a finire bene, andrà a finire male? Non lo so, ma ho una certezza, quella che la medicina sta compiendo passi in avanti straordinari.

Il mio tipo di leucemia, ieri, era considerato quello più mortale. Oggi, invece, è uno dei più curabili. La ricerca è la speranza e per questo non smettete mai di donare! In alto i cuori e, come sempre, viva la Vita! Vostro, Sandro

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