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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Vicenza, allerta caldo africano: blackout e malori

Oltre 500 interventi per malori dovuti al caldo per gli uomini del Suem, mentre Aim registra consumi elettrici da record. Tanti anche i blackout tra lunedì e mercoledì

Le sirene delle ambulanze non si contano più: sono centinaia gli interventi del Suem dovuti all'ondata di caldo africano di questi giorni. Come accade in questi casi i più a rischio sono gli anziani. Sono un decina i pazienti arrivati al pronto soccorso praticamente privi di sensi a causa della disidratazione, alcune erano vere e proprie sincopi. In totale sono stati 600 gli accessi al pronto soccorso in due giorni, di cui almeno 120 per patologie legate al caldo. Ricoverata anche una donna di 100 anni: alle 15.30 di martedì pomeriggio era in casa quando si è sentita mancare. L'anziana è caduta a terra rompendosi un femore. Come lei altri cinque pazienti. A complicare la situazione non solo il caldo, con la colonnina di mercurio che sfiora i quaranta gradi ma anche il tasso di umidità che porta a percepirne 5 o 6 in più.

Non è solo l'ospedale ad essere in trincea contro l'afa: le elevate temperature hanno portato a consumi elettrici da record in città. Condizionatori e ventilatori costantemente accesi e utilizzati ad alta potenza stano inalzando i consumi. Alle 16 di martedì è stato raggiunto il picco storico di 124 megawatt distribuiti. Anche per questo sono stati registrati molti blackout in concomitanza con l'apertura pomeridiana dei negozi, che aggiungono al regolare consumo delle industrie e delle abitazioni, un ulteriore aumento della domanda di energia. 

Sono, infatti, giorni di super lavoro per gli uomini di Aim che dal 2004 gestisce l'intera rete elettrica della città, composta da cinque cabine primarie e 800 secondarie. In alcune di queste, quelle esposte al sole, la temperatura interna è di oltre 50 gradi; delle vere fornaci. Aim ha attivato squadre di emergenza pronte ad intervenire h24, nonostante questo sono almeno sette i blackout registrati negli ultimi due giorni. Dieci anni fa, però, lo stesso tipo di consumi avrebbe portato all'inevitabile collasso dell'intera rete. 

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