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Cronaca

Vicenza, acqua e alimenti inquinati da Pfas: "Fenomeno non sotto controllo"

Il verbale della riunione tra le istituzioni regionali, il cui contenuto è riservato ma rivelato da Il Fatto Quotidiano, esprime particolare preoccupazione sul fenomeno dell'inquinamento da Pfas che colpisce molti comuni del Vicentino, Padovano e Veronese: "Nessuna azione intrapresa, c'è rischio che si diffonda"

La salute 400mila veneti, tra vicentini, padovani e veronesi, è a rischio a causa del consumo di alimenti contaminati da Psaf, sostanze perfluoroalchiliche potenzialmente cancerogene e in grado di interferire con il sistema endocrino. A confermarlo c'è il verbale della riunione del tavolo tecnico regionale sui Pfas, che si è svolta lo scorso 13 gennaio e il cui contenuto è rimasto riservato ma del quale è venuto in possesso Il Fatto Quotidiano

Il documento evidenzierebbe che gli stessi funzionari della direzione Tutela ambiente della Regione considerano il fenomeno “non sotto controllo”. Sempre nel verbale si legge che, secondo quanto comunicato dal direttore della sezione Veterinaria e sicurezza alimentare, "parte della popolazione veneta è stata esposta ed è esposta ai Pfas” e che “non è stato dato seguito ad azioni di tutela della salute per le persone che hanno mangiato e stanno mangiando alimenti con concentrazioni critiche”, ovvero le uova e i pesci. Anche i protocolli finora utilizzati per il controllo degli alimenti contaminati “vanno reimpostato ex novo” – chiedono nel corso della riunione i funzionari dell’Arpav – inquanto al momento “non c’è un piano di controllo sugli alimenti valido e utilizzabile”. 

In parole povere, una vera e propria emergenza che, nonostante le denunce di cittadini, comitati e, negli ultimi mesi anche delle Amministrazioni ed altri enti territoriali, resta ancora sotto silenzio. “E’ passato quasi un anno dall’inizio della procedura e ci giungono notizie che il biomonitoraggio sia concluso – sottolineano gli esponenti veneti del Movimento 5 Stelle - e che i risultati siano disponibili presso l’Istituto Superiore di Sanità ed il Ministero della Salute”. “Abbiamo protocollato la richiesta al Ministero della Sanità chiedendo che tali risultati siano resi pubblici nel più breve tempo possibile – commentano i 5 Stelle - vista la gravità della situazione che vede coinvolti 350.000 veneti, 4 province, 180km quadrati di territorio ed il fatto che la catena alimentare risulta essere già contaminata da queste sostanze”. 

La richiesta è stata sottoscritta dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, dal vicepresidente della commissione ecomafie Stefano Vignaroli; dai deputati Francesca Businarolo, Alberto Zolezzi, Mattia Fantinati e Arianna Spessotto; dai senatori Enrico Cappelletti, Gianni Girotto e  Giovanni Endrizzi; dai consiglieri regionali veneti Jacopo Berti e Manuel Brusco; dal sindaco di Sarego Roberto Castiglion e dalla consigliera comunale di Montecchio Maggiore Sonia Perenzoni. Tutto il Movimento 5 Stelle vuole che i risultati siano pubblici, che sia tutelata la salute dei cittadini e che si inizi a parlare seriamente di bonifica del territorio.


 

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