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Cronaca

Il vescovo in Thailandia: "Ospitalità ma impermeabilità al cattolicesimo"

Le prime parole di monsignor Beniamino Pizziol dalla Thailandia fotografano un paese ospitale e paziente ma che vede appena lo 0,5% di presenze cattoliche. Le prime impressioni

Dopo il Brasile e il Camerun, la “Visita Pastorale” del Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol alle missioni vicentine prosegue in Thailandia. Come si legge sul sito della Diocesi, lasciata l’Italia il 1° luglio 2014, è arrivato a Bangkok il giorno successivo accompagnato da don Arrigo Grendele, direttore dell’Ufficio per la pastorale missionaria di Vicenza, e don Francesco Cunial, parroco di Altavilla Vicentina con alle spalle una esperienza come “fidei donum” in Camerun. I primi due giorni passati nella capitale, nella missione dei Padri Camilliani, poi mons. Pizziol si è spostato nella Diocesi di Chiang Mai, a nord del Paese, dove le Chiese del Triveneto sono presenti con propri preti “fidei donum” fin dal 1997.

LA PRIMA TAPPA. Qui la prima tappa è stata a Lamphun, nella parrocchia di San Francesco d’Assisi nata nel 2010 grazie all’impegno di don Pietro Melotto, il prete vicentino che con don Gabriele Gastaldello pose le basi della missione nordestina in Thailandia. Raggiunto telefonicamente lunedì 7 luglio 2014, monsignor Beniamino Pizziol ha raccontato i momenti salienti della parte iniziale della sua visita. "Abbiamo cercato di accostarci alla conoscenza della cultura e della filosofia di vita buddista visitando i templi più importanti del territorio - ha raccontato -. Nei thailandesi è forte il senso dell’ineluttabile. La gente ostenta serenità, è pacifica e lavoratrice. Dà una sensazione di pacatezza anche nelle situazioni più impensabili. Per esempio a Bangkok, città caotica e con strade piene di traffico, gli autisti sono disciplinati: non si innervosiscono, mantengono la pazienza e sono tolleranti verso gli altri".

POCHISSIMI CATTOLICI. A Bangkok, il Vescovo di Vicenza è rimasto colpito dal servizio dei Pari Camilliani nel loro centro di accoglienza per le persone disabili. "E’ quasi un "Piccolo Cottolengo". La loro opera è particolarmente importante perché qui la popolazione tende a nascondere le persone disabili, anziché metterle al centro della cura e delle attenzioni". Fatta eccezione per una numerosa presenza di animisti, tutto il Paese è buddista. "Il senso della vita è legato alla visita ai templi e alle festività religiose, profondamente radicate nella tradizione – prosegue mons. Pizziol -, per cui la proposta cattolica non è scontata. Anzi, verso di essa vi è una specie di “impermeabilità”". I cattolici, infatti, sono appena lo 0,5 per cento.

LE VISITE. Nella Diocesi di Chiang Mai, l’accoglienza riservata alla delegazione vicentina è stata "molto intensa e squisita". "Qui la gente ha un profondo senso dell’ospitalità – spiega il Vescovo -. Il tutto dentro una dimensione di grande sobrietà, quasi di distacco. Nei loro volti resta un’aura di mistero, di qualcosa che non si svela e che va oltre…". Proprio nella giornata del 7 luglio, mons. Pizziol, don Grendele e don Cunial si sono spostati da Lamphun a Chaheom, l’altra parrocchia affidata alla Chiesa del Triveneto. "Una parrocchia enorme, dotata di grandi strutture, molto impegnative da gestire, che prima erano del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). C’è una scuola, ci sono vari centri e pure campi coltivati a riso... La parrocchia si estende per circa 100 chilometri e conta 40 comunità cattoliche, ciascuna con 30-40 fedeli". Anche qui vi è un Centro di accoglienza per persone disabili ed è gestito dalle Suore della Carità di Santa Maria Antida Thouret.

I MISSIONARI VENETI. Nella Diocesi di Chiang Mai, alle Chiese del Triveneto è affidato il servizio pastorale di due parrocchie. A Chaehom, nella parrocchia di Regina Pacis, sono presenti i “fidei donum” don Bruno Rossi, originario di Enego, e don Raffaele Sandonà, originario di Thiene, della diocesi di Padova, e il bellunese don Bruno Soppelsa. A Lamphun, nella Parrocchia di San Francesco, operano don Piero Melotto di Vicenza, don Attilio De Battisti di Padova e don Giuseppe Berti di Verona. Quattro di questi preti sono pure incaricati della gestione di alcuni Uffici diocesani: don Piero Melotto è responsabile per il dialogo interreligioso e don Giuseppe Berti dell’economato, don Attilio De Battisti guida l’Ufficio missionario e don Bruno Rossi si occupa delle Comunicazioni sociali.

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