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Cronaca Valli del Pasubio

Valli del Pasubio: fotografo fa abbandonare uova alle aquile e finiscono in tavola

L'episodio è stato denunciato Claudio Meggiolaro, comandante della polizia provinciale. Il fatto è stato denunciato alla procura: i colpevoli rischiano una multa e una denuncia penale

Non toccate quei nidi! E' l'appello che Polizia Provinciale Corpo Forestale dello Stato hanno alla cittadinanza con una conferenza congiunta a Palazzo Nievo dopo l'assurdo episodio successo a Valli del Pasubio qualche settimana fa. Lo racconta Claudio Meggiolaro, comandante degli agenti provinciali, accompagnato dall'ispettore Francesco Nassi.

“Riguarda la nidificazione di una coppia di aquile reali proprio alle pendici del Pasubio. Non accadeva da moltissimo tempo che questi rapaci deponessero le uova da noi. La loro popolazione è davvero esigua ed una nascita avrebbe rappresentato un evento eccezionale oltre che bellissimo per il nostro territorio. Purtroppo siamo al condizionale perché, dopo aver deposto le due uova, la coppia di uccelli ha abbandonato nido e cova. Colpa, naturalmente dell'uomo”. Non un cacciatore o un animalista, ma con tutta probabilità un fotografo che spera di ricavare dalle immagini qualche centinaio di euro. “Solo che per questo – continua Meggiolaro – ha tagliato, con la motosega, diversi carpini e la sua rumorosa invadenza, a 60-70 metri dal nido, ha fatto allontanare le aquile. Risultato: niente nascite, altro pesante danno ambientale che si aggiunge a quello della deturpazione di un luogo di interesse comunitario, inserito nella Rete 2000”. Mica finita, perché qualche giorno fa le uova abbandonate e non dischiuse sono state asportate da mani ignote, per finire sui tavoli di qualche collezionista.

“Da parte nostra – sottolinea il dirigente provinciale Adriano Arzenton – abbiamo segnalato tutto in Procura e continuiamo nelle indagini per individuare questo fanatico, altra definizione non è possibile, che ha compiuto questo scempio”. Rischia una multa salata ma soprattutto una denuncia penale ed un processo per tutta una serie di reati che arrivano fino al furto aggravato ai danni dello Stato. “Non c'è una norma diretta -spiega Arzenton – che impedisca il ripetersi di questi episodi, ad esempio il divieto di recarsi vicino ai nidi in questo periodo, ma gli autori possono comunque essere perseguiti pesantemente. Tra l'altro le aquile reali sono tutelate dalla Convenzione di Washington e questo fa capire quanto sia delicata la loro salvaguardia”.

Tra l'altro le indagini potrebbero essere già ad una svolta, ma nel frattempo Marina Bizzotto, commissario capo del Corpo Forestale dello Stato, palude alla collaborazione fra le due polizie del verde e precisa: “Se trovate un rapace ferito o un nidiaceo caduto non toccatelo ma chiamate i nostri centralini. E non vi avvicinate ai nidi durante la cova – penso ad esempio al gallo forcello – perché potreste provocarne l'interruzione. Tornando alle aquile ce ne sono davvero poche da noi e questo è stato un danno non da poco. Come pure rubare le loro uova, che avrebbero potuto essere oggetto di studio e di analisi”. Diurni o notturni che siano, i rapaci feriti (ma solo il 25% da cacciatori più o meno consapevoli) verranno curati dal centro di Arcugnano di Alberto Fagan o anche da un veterinario convenzionato con palazzo Nievo. “Ogni anno – sottolineano Meggiolaro e la Bizzotto – sono circa 120 gli esemplari curati – ma un caso come quello di Valli del Pasubio non si era mai verificato”. Dove osano gli stupidi è spesso una rovina per l'eco-ambiente circostante.

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