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Cronaca Tonezza del Cimone

Tonezza, iniziativa di Prima noi, il parroco: "Sono carichi d'odio"

Domenica alcuni membri del comitato Prima noi hanno organizzato un'iniziativa a Tonezza del Cimone nel parco pubblico dove alcuni richiedenti asilo sarebbero soliti "bivaccare". Il parroco ha contestato prima della messa la presenza del Comitato

Domenica mattina a Tonezza del Cimone iniziativa promossa dal Comitato spontaneo di cittadini PrimaNoi al parco giochi del paese salito alla ribalta per la presenza di alcuni richiedenti asilo che lo avrebbero fatto divenire un bivacco a cielo aperto. 

Il parroco ha contestato prima della messa la presenza del Comitato definendo l'iniziativa "carica d'odio; i fratelli africani vanno capiti e aiutati". In un comunicato, il Comitato respinge le "strumentali accuse del parroco" ribadendo che "i nostri principali avversari sono i preti, i politici e i privati che sostengono l'accoglienza dei sedicenti profughi senza se e senza ma. Sono coloro che con il pretesto della solidarietà fanno fatturato. Sono coloro che dispensano pie illusioni a migliaia di giovani africani che si spacciano per profughi rubando risorse ai cittadini italiani che ogni giorno si guadagnano con il proprio lavoro la pagnotta per la propria famiglia".

Nel pomeriggio il Comitato si è spostato a Casotto di Pedemonte dove sono stati alloggiati nei giorni scorsi una quarantina di richiedenti asilo. "Abbiamo incontrato davanti la struttura alcuni residenti preoccupati della presenza dei falsi profughi. E' inaccettabile che in una frazione di 150 abitanti, con una sproporzione evidente, siano parcheggiati questi ragazzi. Abbiamo parlato anche con alcuni di loro, per di più erano soli senza nessuna assistenza da parte di coloro che li hanno in gestione - racconta Alex Cioni, portavoce del Comitato - "Hanno lamentato di mangiare solo pasta e riso, bere solo acqua dal rubinetto, di non avere il wi-fi e di vivere in un brutto contesto isolato dal mondo. Prevediamo - spiega ancora Cioni - che non appena arriverà l'autunno inizieranno a protestare. Tra l'altro c'hanno raccontato le loro storie che confermano quanto diciamo da mesi, vale a dire che abbiamo a che fare con giovani migranti economici,  non con dei profughi e nemmeno con dei rifugiati. Non c'è altra soluzione prima che sia troppo tardi: vanno rispediti al di là del mediterraneo" - ha concluso il portavoce.

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