Tangenti Mose, le accuse a Lia Sartori: "Aveva in mano la sanità"
Piergiorgio Baita, ex amministratore della "Mantovani spa" nega di aver mai dato soldi all'eurodeputata vicentina in modo diretto perchè i rapporti non erano buoni: "O Gemmo o niente" per la sanità veneta
Era la vera padrona della sanità veneta: appalti "vietati" per chiunque non fosse la Gemmo. Lo racconta, riferendosi a Lia Sartori, ai pm Ancillotto e Buccini, Piergiorgio Baita, ex amministratore dell'impresa di costruzioni Mantovani spa, nell'ambito dell'interrogatorio per l'inchiesta Mose.
Baita è coinvolto proprio perchè figura tra gli imprenditori che finanziarono illecitamente la campagna elettorale dell' ex europarlamentare vicentina ma lui, come riportato da Il Giornale di Vicenza, racconta: "I rapporti non erano buoni e non le ho mai dato denaro di persona, ma solo tramite l'ingegnere Mazzcurati, del Consorzio Venezia Nuova". Il denaro, 200mila euro in contanti in nero e 25mila contabilizzati, servivano per "accelerare" i lavori del Mose, cui l'impresa di Baita partecipava.
L'attenzione degli inquirenti, per quanto riguarda Sartori, è sul mondo degli appalti della sanità veneta. Sarebbe coinvolta negli appalti e nella gestione del project financing di alcuni nuovi ospedali veneti, tra cui quello di Santorso. Dal canto suo, l'ex parlamentare dai domiciliari si difende con forza, negando un simile coinvolgimento.