rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Chiampo

Gasolio nella roggia? «Indecente il mancato intervento di Arpav»

L'episodio di contaminazione scoperto dai frequentatori del mercato del piccolo comune del distretto del Chiampo fa inalberare i residenti che criticano ferocemente Palazzo Balbi: frattanto una ditta del luogo finisce nel mirino delle autorità

«I responsabili di quello sversamento di gasolio sarebbe il caso di andarli a prendere a casa per far loro un cazziatone da guinnes dei primati». È l'epiteto meno offensivo tra i residenti della zona di via Zaupa a Chiampo dove ieri 5 agosto in una ditta del luogo i vigili del fuoco di Arzignano hanno identificato il punto in cui sarebbe cominciato un deflusso non autorizzato di liquami da idrocarburi che poi è finito nella roggia che costeggia il torrente Chiampo tanto da essere avvertita addirittura dagli ambulanti del mercato. Frattanto monta il malcontento anche nei confronti dell'Arpav che nonostante le chiamate di alcuni passanti non è intervenuta lasciando di fatto il compito appunto ai pompieri e alla polizia locale chiampese.

IL PROLOGO: IL VIDEO DELL'ACQUA INQUINATA DIVENTA VIRALE
Sono le 9.40 di ieri quando diversi ambulanti del mercato cominciano a sentire un forte odore di gasolio. Qualcuno si preoccupa, crede ci siano perdite importanti tra i mezzi parcheggiati. L'odore diviene sempre più nauseabondo fino a quando nella roggia che lambisce via Pino, gli astanti che chiacchierano davanti all'ufficio postale si accorgono che l'acqua è diventata «oleosa e iridescente». I video girati coi telefonini, tramite le chat di quartiere, fanno il giro delle vie limitrofe per poi diventare virale. I minuti passano senza che succeda alcunché fino a quando alcuni passanti chiamano il 112. I carabinieri fanno sapere che saranno lì a breve. «Ma di pattuglie non se ne vedono» spiega chi è sul posto.

Poi si susseguono i tentativi di allertare l'Arpav: l'Agenzia regionale per la protezione ambientale veneta ha la massima competenza per episodi del genere. «Dall'altra parte dell'apparecchio però che si contatti Vicenza o la direzione generale di Padova «risponde sempre la segreteria telefonica: nel week-end «il pronto intervento non è disponibile». Occorre infatti «chiamare i vigili del fuoco». Chi si trova sul luogo compone il 115 e dal comando di Arzignano parte a tambur battente una squadra attrezzata.

L'INTERVENTO DELL'EX PRIMO CITTADINO
Nel frattempo il consigliere comunale Matteo Macilotti (fino a pochi mesi fa primo cittadino chiampese) è arrivato al mercato per il solito giro in paese del sabato mattina.  E non appena si accorge dell'odore pungente e delle proteste dei passanti chiede «l'intervento di una pattuglia della polizia municipale» che si fa trovare sul posto «in pochi minuti». In contemporanea o giù di lì giunge in loco la squadra arzignanese dei vigili del fuoco che comincia a seguire a ritroso il flusso della contaminazione («abbondante e molto preoccupante» riferiscono i passanti) fino a scovare un gruppo di ditte nella zona industriale di via Zaupa dove però ci sono anche tantissimi caseggiati.

Poco dopo gli uomini del comando della città del Grifo procedono coi primi rilievi concentrando la propria attenzione su un singolo stabilimento dal quale avrebbe avuto origine lo sversamento o la perdita. In giornata partono le segnalazioni di rito ad Arpav. E se non è già stata inoltrata, è in via di ultimazione anche una segnalazione alla procura della repubblica di Vicenza: il tutto mentre la municipale si accinge a stilare un primo rapporto. Bisogna stabilire quali sono le cause alla base dell'evento: uno sversamento volontario, una perdita, un dilavamento permesso da un accesso abusivo alla roggia: ogni ipotesi viene passata al vaglio.

QUESTIONE APERTA
«Purtroppo - conferma Macilotti ai taccuini di Vicenzatoday.it - non è stato possibile far intervenire l'Arpav. Ora l'amministrazione è in attesa di ulteriori riscontri che potrebbero materializzarsi nelle prossime ore. Chiaramente se ne occuperanno gli uffici e gli assessori competenti. Per fortuna - aggiunge l'ex sindaco, che è anche consigliere provinciale con delega all'ambiente - poiché erano stati programmati alcuni interventi sui corsi d'acqua la stragrande maggioranza del patrimonio ittico era stata catturata e messa al sicuro dai pescatori volontari. I pesci almeno sono salvi e al momento non abbiamo registrato morie».

Frattanto però in paese c'è chi si inalbera contro «la cronica carenza del personale di Arpav che in un distretto critico come quello dell'Ovest vicentino, denso di aziende ad alto impatto ambientale» a partire dalle concerie e dalle industrie chimiche «dovrebbe avere le forze almeno di un commissariato di una grande città». E così nel mirino dei residenti finisce in parte ma soprattutto la Regione Veneto dalla quale Arpav dipende. «È indecente - tuonano - che la stessa Arpav non sia intervenuta al brucio. È indecente il mancato intervento di Arpav. Palazzo Balbi pensi meno a pedemontane e piste da bob tanto inutili quanto costose e si decida finalmente a investire miliardi di euro per l'assunzione massiccia di personale qualificato e per la tutela ecologica. Non possiamo essere in balia di questi corsari dell'ambiente che usano i corsi d'acqua come il proprio bancomat o come cloache pronto uso». E non manca chi critica gli stessi compaesani. Che avrebbero potuto «contattare ben prima le forze dell'ordine».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gasolio nella roggia? «Indecente il mancato intervento di Arpav»

VicenzaToday è in caricamento