Sparatoria di Thiene, 4 in arresto: nessuno confessa

Il killer è uno di loro, ma nessuno confessa.  Chi tra i quattro nomadi arrestati dai carabinieri alle prime ore di venerdì abbia esploso i colpi che hanno ucciso il 51enne Davide Kari e ferito gravemente il fratello, resta un mistero. 

I quattro fanno parte di una famiglia rivale a quella delle vittime. Si tratta di F. H. (1994) e del fratello D. H. (1978), della loro madre L.H.  (1956)  e di P. K.  (1989) imparentato con le vittime ma entrato nella famiglia dei carnefici. Tutti sono residenti nello scledense. La pistola che ha sparato il colpo mortale era in possesso della donna che al momento del fermo ha provato ad abbandonarla. L'arma, una calibro 9, era stata oggetto di furto nel 2005.  Il nucleo famigliare si trova ora agli arresti, con l'accusa di omicidio e tentato omicidio. 

La sparatoria

Una questione d'onore sarebbe alla base della sparatoria. Giovedì pomeriggio,  i quattro si sono  presentati al campo nomade di Thiene dove risiedono le vittime, con l'intenzione di vendicare un torto subito, anche se non sono ancora chiari i termini della contesa.  Quello che è certo è che all'arrivo del clan, i toni si sono alzati immediatamente, poi gli spari due per ogni bersaglio, entrambi centrati all'addome. 

L'arresto

Dopo il conflitto a fuoco, Davide Kari e su fratello sono stati caricati in un furgone e abbandonati davanti all'ospedale di Santorso. Al loro arrivo, però, per il 51enne non c'era più nulla da fare. nel frattempo era iniziata la caccia ai quattro aggressori che ha impegnato per tutta la notte gli uomini dell'arma e gi agenti della polstrada. 

la prima ad essere fermata è stata la donna che viaggiava su un camper, poi  gli altri in fuga su un'Alfa 147 nera e una Bmw serie 3, anche questa di colore nero. Con loro c'erano  altri quattro adulti e quattro bambini.