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Cronaca

Scandalo raccolta indumenti usati: le precisazioni della Caritas di Vicenza

In relazione alle indagini sul presunto racket dei vestiti dati in beneficenza, l'ente specifica alcuni punti su come viene gestita la raccolta

Dopo le indagini, anche a Vicenza, su presunte irregolarità nella raccolta di indumenti usati, la Caritas fa alcune precisazioni su quanto avviene nel territorio di sua competenza. 

"La raccolta stradale di indumenti usati, conferiti dai cittadini nelle campane gialle, è iniziata su iniziativa della Caritas Vicentina nel 1998. Nell’ottobre del 2004 la Caritas Vicentina, con apposita convenzione, ha ceduto l’incarico della raccolta di indumenti usati al Prisma Società Cooperativa Sociale Consortile il quale, da allora, ha tutta la titolarità giuridica, economica ed organizzativa dell’attività nell’ambito del territorio diocesano, dall’organizzazione della raccolta e alla destinazione commerciale - riporta la nota - Perciò Caritas, nella diocesi di Vicenza, è completamente estranea all’attività dal 2004. Il Consorzio Prisma effettuata l’attività di raccolta di indumenti usati in 60 Comuni principalmente situati in provincia di Vicenza e si avvale di raccoglitori (campane) contraddistinte dal “ranocchio di PrismAmbiente”".

"Il Prisma effettua la raccolta solo ed esclusivamente nei comuni con i quali ha firmato convenzioni (o con le loro società municipalizzate deputate alla raccolta dei rifiuti solidi urbani), come previsto dalla normativa. Non ci sembra altrettanto da parte di altri soggetti che utilizzano il sistema di raccolta porta a porta o posizionano contenitori in luoghi non autorizzati dagli organi preposti. E’ bene ricordare infatti che, benché in buono stato o nuovi, i vestiti consegnati alle campane devono essere trattati come da normativa vigente - specifica - Le cooperative socie del Consorzio Prisma, attive nella raccolta indumenti sono: Elica di Longare, Insieme di Vicenza e Arzignano, Ferracina di Romano d’Ezzelino, Il cerchio di Valdagno e Primavera Nuova di Schio, tutte in possesso dei requisiti normativi per lo svolgimento di questa attività".

"Nel 2013, a titolo di esempio, il Consorzio Prisma ha raccolto 1.100.000 chilogrammi di abiti usati, donati dai cittadini e restituiti al territorio sotto forma di posti di lavoro. La buona volontà dei cittadini che conferiscono gli abiti usati infatti permette al Consorzio Prisma di creare opportunità di lavoro: sono 24 le persone occupate nell’attività di raccolta, di queste 13 svantaggiate. L’altro beneficio che ne deriva è di carattere ambientale: si riduce la quantità di rifiuto massimizzando il recupero. Ad esempio 1 chilogrammo di abiti usati raccolti riduce di 3,6 kg l’emissione di CO2, di 6.000 litri il consumo di acqua, di 0,3 kg l’uso di fertilizzanti, di 0,2 kg l’uso di pesticidi. Scopo principale del Consorzio Prisma difatti è quello di costruire dei percorsi educativi e di accoglienza. Vengono realizzate proposte riabilitative individuali in collaborazione con i servizi sociali competenti al fine di un graduale reinserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate o deboli - spiega la nota - Un particolare canale di vendita sono i negozi di abbigliamento usato e attualmente sono 4 in provincia di Vicenza i negozi delle cooperative sociali Prisma: 3 con marchio Girabito (gestiti dalla cooperativa Insieme), dei quali uno in via dalla Scola e uno in via Pecori Giraldi, entrambi a Vicenza, ed il terzo in via Olimpica ad Arzignano; e quindi un quarto negozio aperto a Romano d’ Ezzelino dalla cooperativa Bartolomeo Ferracina. Tutti offrono abiti usati selezionati a prezzi modici". 

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