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Cronaca Recoaro Terme

Recoaro, "Cani avvelenati dai cacciatori": "Teoria che non regge e calunniosa"

La replica di Giuliano Ezzelini Storti, Arci Caccia Recoaro, al portavoce regionale Renzo Rizzi sul problema dei bocconi avvelenati trovati al Mille

"Episodi frutto di una “mente guasta” e opera di mani pervertite, che negli ultimi mesi hanno colpito la Valle dell'Agno dalla Piana a Recoaro Terme, passando per la pista ciclabile e i giardini pubblici di Valdagno bocconi avvelenati". Giuliano Ezzelini Storti, di Arci Caccia Veneto, respinge con sdegno la tesi di Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento Protezionista Veneto e capo nucleo delle guardie zoofile di Vicenza, che ha addebitato il gesto ad alcuni, non ancora identificati, cacciatori per eliminare le volpi

"Rizzi avrebbe potuto affrontare il problema, ad esempio, mettendo in guardia la comunità, informando su quali sono le procedure da attivare in caso di ingestione e i numeri utili da portare sempre con se stessi - spiega Ezzlini Storiti - Invece espone la sua tesi, un nesso scontato, secondo lui, così come una relazione transitiva di quelle che ti insegnano in prima elementare. Lo stesso Rizzi a questo punto suggerisce che siano le associazioni venatorie a pagare. Tuttavia, egli non tiene conto che per arrivare lassù ci vuole almeno la patente per la motocicletta, quindi, immedesimandoci nel suo ragionamento: se i responsabili non dovessero saltar fuori, a pagare sarà il ministero dei trasporti? Insomma, una teoria che non regge".

"Meno male che qualcuno è andato oltre e ha fatto notare che, tra le altre cose, a Recoaro Mille vi è un campo per l'allenamento dei cani. Una struttura gestita dagli stessi cacciatori, i quali curano con molta dedizione quanto di più prezioso hanno. Cacciatori che hanno manifestato disgusto e si sono fin da subito attivati per l'eventuale denuncia e rimozione dei bocconi - prosegue il portavoce di Arci Caccia che conclude - Parole pesanti dunque, le sue, che fanno comprendere non solo l'avversione innata nei confronti di un'attività lecita e già normata da leggi, ma, soprattutto, chiariscono la recente decisione del Consiglio di Stato che ha definito i compiti delle guardie zoofile. Infatti è stato loro impedito di esercitare vigilanza in ambito ittico-venatorio e il loro operato è stato circoscritto ai soli animali d'affezione. In conclusione, un brutto scivolone quello del portavoce regionale che avrebbe fatto meglio a dedicare il proprio tempo nel proteggere qualche animale, piuttosto che mistificarne degli altri".

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