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Cronaca

Profughi: 20 donne in arrivo "di nascosto" a Caldogno, lite nella notte a Sandrigo

Il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo torna sotto i riflettori con due episodi estinati a far discutere. Domenica notte a Sandrigo i carabinieri sono intervenuti per sedare una lite tra profughi mentre a Caldogno sono in arrivo 20 donne, ma il primo cittadino è contrario

Venti donne sono in arrivo a Caldogno dall'Africa, in paese se ne discute da giorni, ma il sindaco lo scopre solo ascoltando le preoccupazioni dei suoi cittadini: nessuno lo aveva informato. A Sandrigo domenica notte una pattuglia dei carabinieri è dovuta intervenire presso l'Hotel Canova, per calmare gli animi di una ventina di profughi da poco alloggiati nell'albergo e scesi in strada per chiarire non solo a parole, alcune divergenze tra loro. 

IL VIDEO DELLA RISSA

I due episodi sono destinati a far tornare i riflettori sul sistema di accoglienza dei richiedenti asilo. Si tratta di due situazioni diverse, ma se la rissa in strada, in una zona residenziale e ripresa da alcuni lettori, sembra un problema risolto grazie all'intervento degli uomini dell'Arma e ad un addetto della cooperativa Con te che gestisce la permanenza a Sandrigo dei migranti, a Caldogno la partita è tutt'altro che chiusa. 

Pesante, infatti, il commento del primo cittadino alla notizia dell'arrivo delle donne provenienti da Nigeria e dalla Costa D'Avorio. 

"Sono arrabbiatissimo ed indignato,- scrive in un comunicato Nicola Ferronato, sindaco di Caldogno-  perché non è ammissibile che l’Amministrazione Comunale non sia stata nemmeno avvertita di un fatto così rilevante. Sia chiaro, Caldogno è un paese solidale, che molto ha fatto e molto fa per aiutare chi è in difficoltà. Proprio per questo è ancora più grave che nessuno ci abbia contattato per coinvolgerci in questa iniziativa di accoglienza, imponendoci tempi, numeri e modalità senza nemmeno informarci».

"Questa è una totale mancanza di rispetto e di considerazione nei confronti del Comune che rappresento,- continua Ferronato- e quindi di tutti i cittadini: siamo stati calpestati. Come si può pretendere che una comunità si presti positivamente all’accoglienza, se gli arrivi vengono imposti e calati dall’alto “di nascosto” in questo modo? Questa non è più una logica di accoglienza, di programmazione condivisa e diffusa sul territorio: diventa il tentativo di risolvere un problema scaricando il barile, senza nemmeno avere la cortesia e la correttezza di avvertire chi, questo peso, si troverà a doverlo portare e gestire. È inaccettabile e inammissibile».

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