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Cronaca Valdagno

Processo Marlane, chieste condanne per i vertici della Marzotto: 6 anni per Pietro

Secondo l'accusa, un centinaio di operai sarebbero morti per tumori provocati dall'inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura

Altro passo avanti nel lungo processo "Marlane", all'epoca di proprietà del Gruppo Marzotto. La condanna di 11 tra ex responsabili e dirigenti dello stabilimento di Praia a Mare, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento e di disastro ambientale, e' stata chiesta dai pm della Procura di Paola Maria Camodeca e Linda Gambassi. Chiesta la condanna, a 6 anni di reclusione, anche per Pietro Marzotto, ex presidente del gruppo, per disastro ambientale. La pena piu' alta, 10 anni, e' stata chiesta per l'ex sindaco di Praia a Mare, Carlo Lomonaco, imputato in qualita' di ex responsabile del reparto tintoria.

LE RICHIESTE I pm hanno sollecitato al Tribunale di Paola la condanna anche di Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo (5 anni); Jean De Jaegher (5 anni); Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi (5 anni); Vincenzo Benincasa (8 anni); Salvatore Cristallino (3 anni); Giuseppe Ferrari (4 anni e sei mesi); Lamberto Priori (7 anni e sei mesi); Ernesto Antonio Favrin (5 anni); e Attilio Rausse (3 anni e sei mesi). Chiesta l'assoluzione per Ivo Comegna per non aver commesso il fatto.

Secondo l'accusa, un centinaio di operai sarebbero morti per tumori provocati dall'inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura. In sede di richiesta di condanna, pero', le morti colpose contestate ad alcuni degli imputati sono state una quindicina. Gli imputati erano stati rinviati a giudizio nel novembre del 2010 al termine di una inchiesta della procura di Paola durata dieci anni e che ha rappresentato la sintesi di tre diversi filoni di indagine, il primo dei quali risalente al 1999. Successivamente sono state aperte altre due inchieste, la prima nel 2006 e la seconda nel 2007. I periti nominati dai magistrati avevano sostenuto che esiste un nesso di causalita' tra la morte degli operai e le esalazioni tossiche sprigionate dai coloranti utilizzati nella produzione.

IL PROCESSO e' iniziato il 19 aprile 2011, ma, di fatto, il dibattimento e' stato avviato l'anno successivo, il 30 marzo 2012, dopo ben sei rinvii. Le prossime udienze sono in programma il 3 e 4 ottobre con le arringhe dei difensori di parte civile.

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