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Cronaca

Pfas nel sangue: 32volte sopra la media i valori nei 14enni

Sono arrivati i risultati dei prelievi di sangue sui quattordicenni della "zona rossa" interessata dalle sostanze versate dalla Miteni nelle acque

È ancora allarme Pfas. Mercoledì, nel corso di un workshop all'ospedale di Venezia, sono stati presentati i risultati delle analisi dei primi cinquanta prelievi effettuati su un campione di residenti della cosiddetta “zona rossa”. Vale a dire l'area interessata dallo sversamento nelle acque di sostanze della ditta Miteni. Il monitoraggio mostra una presenza nel sangue dei 14enni di 64 nanogrammi di Pfas, una media quasi uguale a quella del campione del 2016, monitorato dall'Istituto Superiore di Sanità (erano 70 nanogrammi).

Un risultato che supera di trentadue volte la mediana nazionale, dove l'indice è di circa due o tre nanogrammi. Al test ha aderito l'80% dei nati nel 2002 residenti in 21 Comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova (120 mila abitanti coinvolti dei quali circa 80 mila nella zona “rossa” a più alta concentrazione), tra i quali Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego.

“La presenza di Pfas riscontrata – ha sottolineato il direttore regionale alla sanità veneta Domenico Mantoan – è in linea con la media riscontrata l’anno scorso. Gli esami proseguiranno e si allargheranno a tutta la popolazione interessata, ma questo dato sui ragazzini ci fa supporre che l’emivita di queste sostanze possa essere superiore al previsto, considerando che da luglio 2013 questi ragazzi bevono acqua pulita e che evidentemente queste sostanze le hanno assorbite prima. Continuiamo comunque a monitorare, studiare e siamo pronti ovviamente anche a curare in caso di necessità. Sarà comunque un processo lungo e costoso, perché uno screening non è un’attività che oggi la fai e domani ti dà risposte”.

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